RENDITE CATASTALI/ Cosa sono e cosa cambia con la rivalutazione. La scheda
Ad oggi, le rendite catastali sono ferme al 1990. Quindi, alla redditività che un immobile avrebbe prodotto nel 1988-89. Il loro aumento determinerà una maggiorazione di svariate imposte.

Per gli italiani è in arrivo una stangata che, anzitutto, assumerà le sembianze di una delle tasse da sempre più odiate, in parte abolita dal governo Prodi e, definitivamente, dal governo, Berlusconi: l’Ici sulla prima casa. Tuttavia, contestualmente alla reintroduzione, sarà messa a punto una manovra che renderà l’imposta decisamente più salata rispetto a quella che già c’era in precedenza. Saranno, infatti, aggiornate le rendite catastali. Per capire l’entità del cambiamento, serve, anzitutto, comprendere i termini della questione. La rendita catastale è il concetto con il quale si indica quella cifra che funge da base imponibile per la determinazione di alcune imposte. Anzitutto, per stabilire l’imposta comunale sugli immobili. In secondo luogo, per stabilire il valore catastale nel caso di imposta sulle donazioni o sulle successioni. Vi è, poi, l’estimo catastale, che consiste, come spiegava su queste pagine Paolo Costanzo, in un «valore attribuito all’unità immobiliare che, moltiplicato per il numero di vani, determina la rendita catastale». La rendita corrisponde al valore virtuale prodotto da un immobile laddove affittato in un arco di tempo corrispondente ad un anno. Attualmente, le rendite catastali sono ferme al 1990.
Quindi, alla redditività che un immobile avrebbe prodotto nel 1988-89. La rivalutazione si rende necessaria per adeguare le rendite virtuali ai valori effettivi di adesso, spesso decisamente inferiori al dovuto. Pare che l’adeguamento potrebbe corrispondere ad un aumento del 15 per cento. Non è escluso, tuttavia, che possa arrivare al 30 o, addirittura, al 40. Il provvedimento avrebbe un effetto diretto, anzitutto, sull’Imu, la nuova imposta comunale che dovrebbe comprendere l’Ici e l’imposta sulla spazzatura. Inoltra Va da sé che, aumentando la base imponibile, aumenta anche la tassa relativa. Occorre, inoltre, ricordare che gli immobili, se si tratta di seconde casse, concorrono a determinare anche la base imponibile Irpef; laddove affittati, prevalentemente si tiene in considerazione il canone di affitto, negli altri casi, la rendita catastale.
La rendita determinerà, infine, un aumento del bollo per i contratti di locazione. Sembra che una revisione corrispondente ad un aumento di dieci punti possa valere attorno ai 1,5 miliardi di euro. Di trenta punti, invece, corrisponderà a 4,5 miliardi.
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