Sale il costo del denaro. E’ la prima volta dopo ben due anni e di conseguenza aumentano i mutui a tasso variabile. La stangata copiste le famiglie con un aumento deciso dalla Banca centrale Europea del tasso di interesse di riferimento all1,25%. Il tasso marginale sale al 2% e quello sui depositi allo 0,50%. Non succedeva dal 7 maggio 2009. Allora l’Eurotower mandò il livello dei tassi al minimo storico all’1%. Si trattava del settimo taglio consecutivo a partire dall’ottobre 2008, da quando l’Eurotower fu obbligato a fronteggiare i risultati della crisi finanziaria sulle prospettive di crescita di Eurolandia, con una rapida discesa dal 4,25% all’1%.
La decisione della Bce di alzare i tassi riflette le attuali condizioni molto accomodanti della politica monetaria. Lo ha detto il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, spiegando che vi sono “rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi”. Il commento delle associazioni die consumatori è preoccupato. Si tratterebbe di una vera stangata per le famiglie italiane, dicono. Attualmente le famiglie italiane pagherebbero un mutuo a tasso variabile pari a 204 euro all’anno, 17 euro al mese.
Il calcolo è del Codacons, secondo cui “l’aumento del tasso di riferimento e il conseguente aumento del costo dei mutui metterà in difficoltà con il pagamento delle rate almeno 30.000 famiglie che attualmente riescono a onorare ancora i loro debiti. Insomma”, osserva una nota, “è la fine di un periodo positivo per le famiglie che avevano contratto mutui a tasso variabile”. Per il Codacons, “si tratta di una misura che la Bce è stata costretta a prendere per colpa dei governi europei che non hanno preso misure antinflazionistiche di politica fiscale, demandando alla sola politica monetaria il controllo dei prezzi”.