Il tetto del debito americano, cioè il limite legale dell’indebitamento pubblico, è stato istituito negli anni della Grande Guerra e solo nell’era Bush è stato innalzato per ben sette volte per poter sostenere le spese degli interventi in Afghanistan e Iraq. La soglia del tetto del debito è stata alzata in totale cento volte dal 1917: negli anni Ottanta era di mille miliardi, per poi diventare di 6.000 negli anni Novanta e arrivando al limite attuale di 14.300 miliardi di dollari, sforato però 16 maggio scorso. Proprio questo avvenimento ha costretto il Tesoro americano a attivare la sospensione dei contributi ai fondi pensione e altre procedure non convenzionali che fino al 2 agosto permetteranno agli Usa di onorare gli impegni finanziari. La rottura delle negoziazioni fra il presidente americano Barack Obama e il repubblicano John Boehner, speaker della Camera sarebbe avvenuta proprio su un ampio piano di riduzione del deficit e del debito. Boenher ha abbandonato la trattativa, e i repubblicani chiedono che la modifica non comporti aggravi di carattere fiscale. Il presidente Obama si sta ora consultando con Timothy Geithner, segretario al Tesoro, sulle conseguenze sull’economia del paese di un mancato aumento del tetto del debito, ma ha fatto sapere che “è importante aumentarlo, non ci sono alternative”.
Quindi il tetto del debito deve essere alzato entro il termine del 2 agosto, ma è la prima volta che si parla di una possibilità di fallimento della prima economia mondiale. Secondo un sondaggio della Cbs, sembra comunque che il 71% dell’opinione pubblica sostenga le ragioni di Obama e sia contraria al modo in cui i conservatori stanno gestendo il confronto con la Casa Bianca.