MANOVRA 2011/ Pensioni: ecco cosa cambia davvero con la finanziaria

- La Redazione

La manovra finanziaria approvata ieri interviene sul campo delle pensioni con l’anticipo dell’aumento dell’età pensionabile per le donne del settore privato siano esse dipendenti o autonome

Inps_SportelloR400 Foto Imagoeconomica

Si è parlato molto di pensioni durante questa estate dedicata a mettere a punto la manovra finanziaria. Si era parlato di non rendere più possibile il riscatto degli anni di università e di servizio militari ai fini contributivi, ma alla fine nell’esecutivo sembra aver prevalso la linea della conservazione dello status quo, sebbene un intervento sul sistema previdenziale promettesse rapidi e cospicui risparmi per il bilancio pubblico. Non sono comunque da escludere futuri interventi sul tema, proprio perché nel caso la situazione sui mercati finanziari richiedesse nuovi sforzi e sacrifici, il tema delle pensioni è quello che potrebbe facilitare i risparmi di spesa, specialmente se diventassero strutturali.

La manovra finanziaria approvata ieri interviene comunque sul campo delle pensioni. Vediamo in che modo. Innanzitutto diciamo subito che le novità riguardano le sole donne che lavorano nel settore privato, siano esse lavoratrici dipendenti o autonome. In sostanza verrà anticipata di due anni la misura già adottata con la manovra di luglio che prevede il graduale innalzamento dell’età pensionabile delle donne del settore privato fino a 65 anni, in modo da parificarla a quella delle colleghe del settore pubblico.

Fino a ieri, l’innalzamento avrebbe preso il via nel 2016 per arrivare a completamento nel 2028. Ora, invece, il primo scalino scatterà nel 2014 e le donne andranno in pensione a 65 anni nel 2026. Certo, la parificazione con le colleghe del settore pubblico avverrà con un certo ritardo, dato che per loro l’età pensionabile a 65 anni arriverà già l’anno prossimo. In base a un ordine del giorno presentato ieri alla Camera dalla Lega Nord, ci potrebbe essere un alleggerimento di questo aumento per le mamme. Gli scalini funzioneranno così: un mese nel 2014, due mesi nel 2015 e fino al 2019, quando l’aumento sarà di sei mesi all’anno fino al 2025; l’ultimo gradino nel 2026 sarà di tre mesi.

I risparmi per le casse dello Stato cominceranno ad avvertirsi dal 2015 (circa 90 milioni di euro) e nel 2021 diventeranno di circa 720 milioni. Dopo il 2025, in ogni caso, l’età pensionabile continuerà ad aumentare per via del meccanismo di aumento legato all’aspettativa di vita approvato lo scorso anno. Nel 2041 si arriverà quindi a 68 anni e dopo il 2050 si arriverà a 69 anni.

Rimane poi inalterato il sistema delle pensioni di anzianità, secondo cui i lavoratori dipendenti dovranno raggiungere “quota 96” nel 2012 (con almeno 60 anni di età – e quindi con almeno 36 anni di contributi) e “quota 97” nel 2013 (con almeno 61 anni di età), mentre per gli autonomi è imposto un anno in più. Confermate anche le finestre mobili che portano all’erogazione effettiva della pensione con un ritardo di 12 mesi (18 per i lavoratori autonomi).







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