Le retribuzioni restano al palo. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Istat, ad agosto hanno registrato una variazione insignificante rispetto a luglio; a sua volta, luglio aveva mostrato crescita zero rispetto a giugno. Per quanto riguarda, invece, il confronto con agosto 2010, c’è stato un incremento dell’1,7% mentre nel periodo che va da gennaio di quest’anno ad agosto, la crescita è stata dell’1,9. Nel dettaglio, la crescita per i dipendenti del settore privato si è attestata su base annua al 2%, mentre per i lavoratori del pubblico impiego è stata dello 0,6%.
Nello specifico, i comparti in cui la soglia stipendiale ha subito un rialzo decisamente più significativo, su base annua, sono stati militari-difesa (3,7%), forze dell’ordine (3,5%) e vigili del fuoco (3,1%) gli stessi dove, del resto, si è registrato, per quanto riguarda la pubblica amministrazione, un incremento occupazionale.
Scuola, ministeri, regioni, enti locali e servizio sanitario nazionale, invece, registrano una crescita pari a zero. Secondo le proiezioni degli esperti dell’Istat, in base alla disposizioni contenute negli attuali contratti, a fine 2011 l’aumento annuale sarà dell’1,8%.
Gli esperti dell’Istat hanno fatto presente che la crescita zero è legata, in particolare, al fatto che nel mese di agosto, non ci sono stati, salvo la firma dell’accordo di rinnovo per i dipendenti delle società e consorzi autostradali, rinnovi contrattuali o la stipula di nuovi contratti, con i relativi adeguamenti salariali.
Sono ben 31 i contratti che,a fine agosto, sono ancora in attesa di rinnovo. Questi interessano ben 4,3 milioni di dipendenti, dei quali attendono un rinnovo il 33,1% in diminuzione rispetto al 33,2% del mese precedente e al 36,4% dell’anno precedente. Ad agosto 2011,i tempi di attesa peri lavoratori con contratto scaduto attendono in media 20,4 mesi, mentre ad agosto 2010 attendevano mediamente 13,8 mesi.
«I contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica – spiga l’Istat – corrispondono al 66,9% degli occupati dipendenti e al 61,7% del monte retributivo osservato».
Restano invariati gli stipendi, ma il prezzo dei prodotti al consumo aumenta: rispetto al mese scorso, infatti, l’inflazione è salita del 2,8 per cento. L’indice delle retribuzioni orarie di luglio, infine, rispetto allo stesso periodo dello stesso anno aveva registrato una crescita dell’1,7%