ACCORDO GM-PSA/ L’esperto: vi spiego perché Fiat non ha nulla da temere

- int. Franco Oppedisano

La sfida per la casa torinese, spiega FRANCO OPPEDISANO, consiste nel penetrare i mercati emergenti. E l’intesa tra GM e Peugeot ha il solo scopo di produrre dei risparmi

peugeot_r400 Infophoto

General Motors, numero uno tra i colossi americani dell’auto, si ingrandisce ancora di più. Un’alleanza strategica con PSA-Peugeot Citroen consentirà di acquistare il 7% del gruppo francese. Il che produrrà risparmi per due miliardi di dollari in cinque anni. L’azienda Usa investirà 335 milioni di dollari in Peugeot che, dal canto suo, dopo aver chiuso il 2011 in rosso di 747 milioni, è alla ricerca di 1,34 miliardi di dollari (1 miliardo di euro circa) per rafforzare i propri conti e disporre delle risorse necessarie per dar vita a nuovi progetti. Completata l’operazione, GM non salirà oltre. «Certo, nei prossimi dieci anni, potrebbe accadere di tutto; ma, attualmente, Peugeot è in mano a una famiglia che non ha nessuna intenzione di cedere la proprietà dell’azienda. Sarebbe come pensare agli Agnelli che vendono la Fiat» afferma, raggiunto da ilSussidiario.net Franco Oppedisano, giornalista economico esperto di Fiat che ci spiega gli obiettivi di GM. «L’azienda, in Europa, ha una sussidiaria – la Opel – che, nonostante si siano tentati i più svariati approcci, non riesce a essere competitiva».

Quando non si riesce a migliorare le vendite, non rimane che un’alternativa: «L’alleanza con Peugeot consente di ridurre i costi di sviluppo, progettando insieme le nuove macchine e di ottimizzare gli acquisti delle nuove componenti. Se vengono effettuati insieme, infatti, il loro volume aumenta. E, se aumenta, è possibile disporre di maggiore potere di contrattazione con i fornitori.  Così facendo, non si produrranno nuove automobili, ma si ridurranno le spese». Dal punto di vista di Peugeot, il vantaggio è più evidente: «L’operazione gli consente di aumentare il capitale e ottenere nuove risorse da reinvestire in tempi e modalità che, attraverso il sistema bancario, non avrebbe mai ottenuto». Sul fronte del personale, tutto dovrebbe restare pressoché invariato. «Peugeot, già in precedenza, aveva annunciato una serie di esuberi. Non credo, tuttavia, che l’accordo di per sé possa determinare tagli nella forza lavoro. L’unica cosa che potrebbe, invece, pregiudicarla, è il mercato. Per intenderci: non vi è alcuna volontà di condividere le attività produttive per lavorare con metà degli operai».

Passando alle faccende domestiche, è noto che Marchionne ambiva a compiere l’operazione effettuata da GM. «Probabilmente – spiega Oppedisano -, non disponeva delle risorse finanziarie necessarie. O, semplicemente, GM, ha offerto di più». In ogni caso, l’intervento non gli avrebbe cambiato la vita. «La sfida, per Fiat, attualmente è un’altra. La sua capacità produttiva, in Europa, è sovrabbondante, mentre nei mercati emergenti non riesce a penetrare».

Da questo punto di vista, «un accordo con Suzuki, ad esempio, sì avrebbe rappresento un grande successo. L’accordo tra GM e Peugeot, del resto, non aprirà i mercati a nessuna delle due case automobilistiche». Resta da capire se GM, ingrandendosi, potrebbe mettere i bastoni tra le ruote al Lingotto: «Non credo che creerà direttamente problemi alla Fiat. Almeno sul breve periodo. Certo, tra diversi anni, magari nel 2015-2016, l’accordo con Peugeot gli consentirà di produrre auto a costi maggiormente competitivi. Ma ricordiamoci che, attualmente, dal punto di vista della crescita è Fiat-Chrysler a essere in vantaggio. Un punto a favore di GM determinerebbe solamente il pareggio». 







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