Dopo il monito della Bce che invita i Paesi della zona Euro alla stretta sui conti pubblici, e a concentrarsi sul rapporto debito/ Pil, suggerendo specialmente a chi è più a rischio di raggiungere l’obiettivo di un rapporto inferiore al 60%, giunge anche quello dell’Ocse. L’organizzazione per il Commercio e lo Sviluppo economico si spinge oltre e consiglia ai Pesi avanzati di limitare il proprio debito al 50 per cento del Pil entro il 2050. Obiettivo da porsi, quantomeno, sul lungo periodo quindi. L’operazione, in particolare, deve essere portata a termine per i Paesi con i bilanci maggiormente in pericolo, quelli, cioè, ove il rapporto tra debito e Pil superi il 100%. Tra i Paesi cui l’Ocse raccomanda caldamente di mettere al più preso i propri conti in sicurezza, vi è il Giappone, il cui rapporto debito/ Pil supera,attualmente, il 200%. Si tratta della Nazione che dovrà compiere lo sforzo maggiore, possibilmente entro il 2015. Per quanto ci riguarda, siamo tra i Paesi con il debito più alto tra i Paesi dell’area Ocse. Tuttavia, non siamo poi messi così male come ci si potrebbe aspettare. Siamo al quarto miglior posto tra 26 paesi Ocse per la portata delle correzioni individuate per portare il rapporto a livelli accettabili. Secondo l’organizzazione, inoltre, nonostante l’ammontare del nostro debito, la necessità di riposiziona il bilancio «può essere considerata meno urgente rispetto ad altri Paesi». Resta, in ogni caso, una priorità complessiva, considerando che, contemplando l’insieme dei paesi Ocse, è già salito oltre il 100% e subirà una crescita senza precedenti. Ci sono Paesi, in particolare, dove il momento in cui si sarà giunti ad una stabilizzazione del debito, si sarà determinata una situazione, sotto il profilo dei conti pubblici, non più gestibile. Il nostro Paese, stranamente fa eccezione. L’Ocse, infatti, fa presente che per anni abbiamo convissuto con un debito ben superiore alla media. Ma la crisi ha determinato, nel nostro caso, un incremento minore rispetto a quello degli altri Paesi. Attualmente, quindi, l’elemento più preoccupante, come ha già sottolineato la Bce, consiste nelle reazioni dei mercati. Laddove fossero positive, la nostra situazione sarebbe ancor meno preoccupante del previsto. Infatti, di recente lo spread tra i titoli decennali italiani e gli omologhi tedeschi ha ripreso a salire a causa, spiegava la Banca centrale europea, delle residuali tensioni persistenti in seno ai mercati, dovuti dal perdurare della crisi e dal timore legato alla situazione dei conti pubblici europei.
Sia ben chiaro: l’Ocse ha precisato che il cammino che l’Italia deve compiere è ancora lungo. Non siamo esenti, infatti, dal portare il rapporto debito/ Pil al 50% come auspicato per gli altri Paesi. In linea generale, i paesi che aderiscono all’organizzazione dovranno varare misure di irrigidimento del bilancio, programmare spese mirata, eliminare le storture dei sistemi fiscali e inasprire i sistemi pensionistici laddove la spesa previdenziale non è più sostenibile.