PAGAMENTO IMU/ Modello F24 semplificato, un “paradosso” per il contribuente
E’ stato pubblicato il nuovo modello di pagamento F24 che, anziché quattro righe dedicate al versamento IMU e altri tributi locali (F24 normale), ne mette a disposizione addirittura dieci

Di recente è stato pubblicato il nuovo modello di pagamento F24 “semplificato”. Si tratta di uno specifico modello di pagamento che, anziché quattro misere righe, dedicate al versamento IMU e altri tributi locali (F24 normale), ne mette a disposizione addirittura dieci. Ma, già all’inizio del documento, scaricabile gratuitamente dal sito www.agenziaentrate.gov.it, si inizia a notare una cosa strana, che avevamo già notato nel documento F24 normale, ma qui è esplicita: “l’imposta municipale unica” non è più tale ma diventa “l’imposta municipale propria”, verrebbe da chiamarla IMP. Che, come sigla, si può prestare a stuzzicanti interpretazioni.
Il fatto è, però, che questa non è un’imposta propriamente municipale, e il solerte nostro Direttore dell’Agenzia, o chi per esso, non ha affatto pubblicato un modello semplificato tout court. In un contorcimento cerebrale incomprensibile (a noi, che essendo i suoi datori di lavoro desidereremmo che ci semplificasse la vita), queste dieci righe di debiti/crediti, diventano venti. Vero, poiché il modello è composto, sì, da una sola pagina, ma da due identici campi di dieci righe, ogni campo da compilare, e forzatamente compilabile, solo singolarmente.
Ma dov’è la semplificazione?, verrebbe da chiedere… e la domanda resta lì, sospesa e senza risposta. Anzi, a chi volesse divertirsi ad approfondire si suggerisce di andare a leggere le istruzioni per la compilazione, così scoprirebbe che, oltre ai dieci codici di versamento (che rammentiamo):
Codice 3912: codice riservato all’abitazione principale e relative pertinenze
Codice 3913: codice riservato ai fabbricati rurali ad uso strumentale
Codice 3914: terreni (il Comune come destinatario)
Codice 3915: terreni (lo Stato come destinatario)
Codice 3916: aree fabbricabili (il Comune come destinatario)
Codice 3917: aree fabbricabili (lo Stato come destinatario)
Codice 3918: altri fabbricati (il Comune come destinatario)
Codice 3919: altri fabbricati (lo Stato come destinatario)
Codice 3923: interessi da accertamento (il Comune come destinatario)
Codice 3924: sanzioni da accertamento (il Comune come destinatario)
… che già per conto loro sono più che esplicativi, occorre aggiungere anche delle sigle:
“ER” (erario) o “RG” (regione) oppure “EL” (ente locale), perché, forse, i codici designati non sono adeguatamente sufficienti a indicare ai nostri solerti funzionari a chi (apparentemente) siano destinati i tributi che versiamo.
Però poi, attenti, ci viene rivelato che: “Eventuali errori commessi nella compilazione possono comportare richieste di pagamento della stessa somma già versata”. Bella prospettiva, anche perché più avanti c’è un capitoletto intestato “Istruzioni particolari per il pagamento dell’IMU” dove si legge: ‘Per il versamento dell’Imposta Municipale Propria (IMU), all’interno della sezione “MOTIVO DEL PAGAMENTO”, nella colonna “Sezione” è indicato il codice “EL”, mentre in ogni riga il contribuente…” eccetera. Insomma per la quota del pagamento IMU che viene elargito all’erario, cosa occorre allora scrivere “EL” o “ER” o cosa? Qui il nostro Esimio Direttore, o chi per esso, ha un po’ esagerato! E poi se si sbaglia… ricordate, si ripaga la stessa cifra.
Infine il contribuente, che ha già pagato tutti questi sforzi creativi, perché coloro che ne hanno il sacrosanto dovere, adeguatamente gli semplificassero l’esistenza, immaginerebbe che, senz’altro, sia stato messo a disposizione un software che permettesse di compilare comodamente i moduli, con il proprio PC.
In realtà, un software esiste, ma, neanche a farlo apposta, è “on line”. Cioè all’Agenzia non basta interessarsi di coloro che non emettono scontrini o fatture o altri documenti fiscali vari. No, sembra che l’Agenzia debba controllare e spiare anche quelli che compilano moduli perché dichiarano tutto e pagano tutto. Dimentica, l’Agenzia, che in realtà quel software, noi l’abbiamo completamente pagato di tasca nostra ed è nostro di diritto? Perché, almeno, non può esserci consentita la degna libertà di compilare i nostri moduli in santa pace e sconnessi da Internet? Cosa teme, l’Agenzia, che utilizziamo il software per completare alcuni dei più cervellotici cruciverba di Bartezzaghi?
(Gianni Marinetti)
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