BANKITALIA/ Visco: troppo tasse bloccano la crescita. Nel 2012 Pil al -1,5%
Oggi giorno importante per Ignazio Visco che ha tenuto le sue prime Considerazioni finali in veste di Governatore della Banca d’Italia. Parole forti contro la pressione fiscale

Oggi giorno importante per Ignazio Visco che ha tenuto le sue prime Considerazioni finali in veste di Governatore della Banca d’Italia. Un appuntamento che si ripete ogni anno a Palazzo Koch, ma che questa volta, vista la situazione in cui versa il Paese, era forse più atteso. Visco, come già aveva fatto il neopresidente di Confidustria, Giorgio Squinzi, proprio una settimana fa nel suo discorso di insediamento, ha puntato il dito contro la pressione fiscale, spiegando che ha raggiunto livelli ormai incompatibili con una crescita sostenuta. Per invertire la rotta, ha spiegato il Governatore di Bankitalia, bisognerà ampliare il recupero dell’evasione fiscale e tagliare con equità la spesa pubblica, in modo che le risorse ottenute servano a diminuire le tasse nel nostro Paese.
Probabilmente il governo sul fronte dei tagli dovrà fare più rispetto ai 4,2 miliardi di euro preventivati dalla spending review entro la fine di giugno. Anche perché queste risorse dovrebbero essere utilizzate per interventi di aiuto alle popolazioni dell’Emilia colpite dal recente terremoto. Osare di più nei tagli potrebbe avere dei benefici, sempre che si usa particolare accortezza. Visco ha infatti spiegato che i tagli potranno concorrere a stimolare la crescita se saranno rivolti a rimuovere le inefficienze dell’azione pubblica, a semplificare i processi decisionali e a contenere gli oneri amministrativi. Intanto l’Italia, ha spiegato Visco, dovrà fare i conti con una caduta del Pil nel 2012 che, se gli scenari economici non saranno troppo sfavorevoli, potrebbe essere contenuta al -1,5%. La ripresa potrà arrivare entro la fine dell’anno, ma molto dipenderà dalle riforme strutturali che verranno fatte.
Essendo Governatore della Banca d’Italia, Visco non ha potuto non parlare delle banche italiane, in questi ultimi mesi criticate per essere disattente alle esigenze dell’economia reale. Critiche che, secondo Visco, non sono corrette, perché gli istituti di credito sono esposte in maniera rilevante nei confronti delle famiglie e delle imprese meritevoli. Il sistema bancario italiano sta comunque facendo i conti con due recessioni nell’arco di tre anni e sta comunque riuscendo a rafforzarsi a livello patrimoniale.
Una “bacchettata” è semmai arrivata sul costo del lavoro che risulta difficilmente compatibile con le prospettive di crescita del sistema bancario italiano. In questa direzione anche gli stipendi di amministratori e dirigenti dovrà essere rivista per contenere i costi.
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