Nubi all’orizzonte nella terra del Sol levante: la ripresa è lontana. Il governo giapponese ha rivisto al ribasso le previsioni sull’economia del paese rilevando che il rallentamento della crescita globale ha pesato sulle esportazioni e la produzione industriale nipponica, minacciando di fatto le prospettive di ripresa. Era dall’ottobre 2011 che l’economia del Giappone non presentava segnali di rallentamento. L’esecutivo non parla di segni meno, ma solo di rallentamenti nel trend di crescita: l’economia e in particolare i consumi privati, infatti, subiranno un rallentamento.
Tra i fattori che hanno contribuito alla rivalutazione in negativo fatta questo mese dall’esecutivo guidato da Yoshihiko Noda ci sono la decelerazione dell’economia negli Stati Uniti e in Cina e la crisi del debito nell’eurozona. Il governo ha avvertito che un ulteriore rallentamento dell’economia mondiale e forti oscillazioni del mercato pongono ulteriori rischi per la nazione.
La relazione mensile precedente invece aveva indicato una moderata ripresa dell’economia aiutata dalla domanda di ricostruzione post-tsunami, e si era limitata a prendere atto che c’erano state delle difficoltà. Ma nell’ultimo rapporto il riferimento a “movimenti deboli” mostra un tono più negativo.
La preoccupazione maggiore del governo è per i consumi dei privati, che rappresentano circa il 60% dell’economia. Essi infatti potrebbero subire una contrazione: il governo ha tagliato la sua valutazione sulla spesa privata, dicendo che è in un trend moderatamente crescente, ancora una volta con un termine un po’ più negativo rispetto a un mese prima.
Più pessimiste le previsioni di Bnp Paribas e Jp Morgan. Secondo un’analisi condotta da Bnp Paribas, il Giappone starebbe per entrare in recessione, dopo che il governo ha rivisto al ribasso le stime su consumi, esportazioni e costruzione di nuove case. Uno studio di JP Morgan Securities prevede invece un calo tra lo 0,2 e lo 0,3% nel secondo trimestre dell’anno prossimo.
La Bank of Japan intanto ha già fatto sapere che ha intenzione di aumentare lo stimolo dell’economia nella riunione fissata per il 18 settembre. Prima però deve aspettare indicazioni dalla Fed.
Ieri non si è fatta attendere la reazione dei mercati: la borsa di Tokyo ha chiuso con un ribasso dello 0,65%, mentre Hong Kong viaggiava in territorio negativo, con una flessione dello 0,2%.