Caro direttore,
pur non avendo ancora dati ufficiali, possiamo sostenere che noi di IFMAdvisor avevamo ragione! Alcuni istituti di credito riferiscono dati allarmanti sull’introito derivante dalla Tobin Tax. Si parla di circa 200 milioni di euro nei 12 mesi contro il miliardo atteso: dati esattamente stimati dalla nostra associazione in tempi non sospetti. Sarebbe stato sufficiente ascoltare quanto avevamo proposto al governo nel mese di novembre (1 euro a eseguito su azioni e obbligazioni, senza permillare), perchè oggi si potesse parlar di un successo, e senza che si spostasse nessun equilibrio sui mercati finanziari. Invece, la testardaggine e l’irresponsabiltà hanno portato a una tassa fuori da ogni logica e con evidenti profili di incostituzionalità (perchè porta a dover pagare persino sulle perdite eventualmente subite). Se poi fosse stata introdotta persino nell’intraday, i risultati sarebbero stati così penosi da fare riflettere persino l’onorevole Boccia, il quale a tutt’oggi, vuoi per una forte ignoranza nella materia, vuoi per un demagogico atteggiamento ineludibilmente irresponsabile, continua a battere chiodo e non capire.
L’Europa, dal canto suo, non è che ci stia mettendo molto più raziocinio e intelletto: continua a pressare su questa tassa e non riesce a valutare in positivo nemmeno le varie pressioni subite dai paesi che egoisticamente (ma intelligentemente) non accettano certi diktat. L’Italia, ad esempio, è contraria all’introduzione della Ttf (Tassa sulle transazioni finanziarie) sulle obbligazioni. Molti paesi ammettono che il permillare proposto risulta eccessivo e andrebbe quanto meno dimezzato: in pochi capiscono invece la gravità dell’introduzone della stessa nell’intraday, che renderebbe i mercati talmente illiquidi da essere potenzialmente esposti a speculazioni molto superiori a quelle che oggi si possano immaginare. E questa è solo una delle tante negative conseguenze di una proposta del genere: la più eclatante sarebbe l’introito vicino allo zero, e addirittura negativo, per tutte le conseguenze che questa scelta scelerata porterebbe.
Comunque non so cosa lo si scrive a fare, quando alla fine costoro combineranno l’ennesimo pasticcio. Sinceramente, nel momento in cui io ho bisogno di avere un consiglio legale, mi rivolgo a un avvocato, non a un fruttivendolo! Ed è quanto i signori dell’Ue dovrebbero fare per comprendere se e come applicare la Ttf, invitando la nostra associazione per una consulenza gratuita ma responsabile.
Sino a oggi, i dati di IFMAdvisor sulla Tobin, in termini di introito, di successo, di liquidità, di volatilità e di quant’altro, hanno avuto ragione piena. Avvertiamo l’esigenza di ribadire che l’introduzione di una tassa europea che includa l’intraday e il principio di residenza sarà ancora più devastante e portatrice di danni enormi. E siamo convinti che alla fine sarà partorita una pessima tassa che finirà per colpire solo le azioni, alla fine di tutte le trattative, risultando così essere assurda, e inserita per esclusiva demagogia.
E a proposito di demagogia, è ancora più assurdo come si vogliano imbambolare le persone definendo la stessa Tobin come tassa “antispeculativa”, mentre in realtà vengono colpiti anzitutto i piccoli investitori privati, reduci dall’essere stati già massacrati da ciò che viene definita “speculazione”: vedasi i vari casi Bond argentina, Enron, Parmalat, Cirio e vi a discorrendo. Vogliamo proteggere i piccoli risparmiatori? Allora basterebbe elaborare un database nel quale le banche inseriscono l’utenza distinguendola in “investitore privato” e “investitore non privato”, per escludere dalla tassa…. il “privato”! Questo sarebbe un gesto credibile della volontà di bloccare seriamente operazioni e istituzioni definite speculative.
L’Europa ha bisogno di ben altro per ricominciare una progressiva crescita economica: se la scelta è quella di tassare ogni cosa, sappiano i ministri delle finanze che questo atteggiamento è il principio che porterà alla fine dell’euro. La competizione di una nazione nasce da quattro strumenti fondamentali: una pressione fiscale bassa, una burocrazia efficiente, un mercato del lavoro flessibile, e una finanza attiva. O si fanno scelte opposte a quanto sino a oggi pensato, o l’Europa sarà destinata a riaprire le filiali di “stampa” delle vecchie valute.