BANKITALIA/ Così le banche si preparano a “innescare” la ripresa

- Rocco Corigliano

ROCCO CORIGLIANO si sofferma e analizza due aspetti importanti delle Considerazioni finali del Governatore della Banca d’Italia, pronunciate ieri da Ignazio Visco

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Come al solito, innumerevoli sono gli spunti che la lettura delle Considerazioni finali del Governatore suggerisce con riferimento sia alla situazione economica del Paese, sia ai possibili interventi correttivi, pubblici o derivanti da comportamenti di tutti i soggetti economici. A caldo, mi soffermerò su due aspetti che mi paiono importanti: in primo luogo, sull’assetto proprietario della nostra banca centrale e sul suo contributo alla realizzazione dell’unione bancaria europea; in secondo luogo, sugli interventi annunciati per sostenere l’attività di prestito delle nostre banche e con essa la ripresa economica tanto auspicata e attesa.

Il richiamo alla situazione della nostra banca centrale ha riguardato in primo luogo la riforma del suo assetto proprietario e con essa la rivalutazione del capitale: l’operazione è stata condotta in modo da garantire, nella massima trasparenza e confermando il modello proprietario attuale, una più diffusa partecipazione dell’industria finanziaria al capitale della banca, attraverso la fissazione di un limite del 3% al possesso delle quote (con la necessità di procedere, gradualmente, alla redistribuzione delle medesime); si sono meglio definiti anche i diritti economici e patrimoniali degli azionisti e si è chiarito che fra questi non rientrano i diritti sulle riserve auree e valutarie “la cui funzione pubblica è fuori discussione”; la rivalutazione del capitale, dai 300 milioni di lire del 1936 ai 7,5 miliardi di euro di oggi, è avvenuta con l’utilizzo di riserve statutarie, senza oneri per la finanza pubblica e senza dare luogo a trasferimenti di ricchezza a vantaggio dei partecipanti: questi ultimi hanno potuto evidenziare la “riserva occulta” insita nel possesso della partecipazione, che con l’operazione in discorso ha assunto i crismi dell’ufficialità e della certezza del valore.

“La natura dei diritti associati alla partecipazione è ora definita con certezza” e potrà dare luogo a una trasparente formazione dei prezzi, necessari per favorire le negoziazioni delle quote sul mercato; ciò è anche alla base della possibilità di includere (dall’anno prossimo) queste quote nel patrimonio di vigilanza degli intermediari, con evidenti vantaggi sull’opportunità di espandere gli impieghi. Il chiarimento sull’assetto proprietario della nostra banca centrale è un tassello importante nel processo di “efficientamento” avviato da qualche tempo che da un lato serve a snellirne la struttura, in vista dell’assunzione di rinnovate funzioni nell’ambito della Bce (Vigilanza unica) e dall’altro aumenta la sua capacità di contribuire efficacemente al funzionamento della tanto auspicata Unione bancaria: a titolo di esempio si pensi al contributo nella gestione del sistema dei pagamenti (Target2 e Sepa).

Per quanto riguarda il secondo aspetto e cioè gli interventi volti a sostenere la concessione dei prestiti da parte delle banche, il Governatore, dopo aver evidenziato come le restrizioni creditizie in atto abbiano inciso diversamente sulle varie categorie di debitori, con maggior pregiudizio di quelli minori, ha, in parte, sostanzialmente anticipato le decisioni che la prossima settimana saranno annunciate da Draghi: la nostra banca centrale “varerà misure per migliorare ulteriormente la situazione di liquidità delle banche e agevolare per tale via la concessione di credito alle piccole e medie imprese”. Come?

“Sarà ampliata la gamma dei prestiti utilizzabili a garanzia del rifinanziamento presso l’Eurosistema. Innovazioni nelle caratteristiche dei contratti consentiranno alle banche di stanziare tipologie di prestiti, quali le linee di credito in conto corrente, diffuse tra le aziende minori.

Sarà permesso utilizzare portafogli di crediti, con una gestione più flessibile del collaterale e con minori scarti di garanzia;

Sarà possibile includere i mutui ipotecari concessi dalle famiglie”.

Come si vede si tratta di innovazioni importanti che, di fatto, ampliano la possibilità per le banche di procurarsi la liquidità necessaria a sostenere nuove operazioni, procedendo più facilmente alla “liquidazione” delle attività in portafoglio: per la prima volta si potranno cedere anche gli affidamenti in conto corrente, che sono i prestiti più diffusi; si faciliteranno inoltre i rifinanziamenti su altre tipologie di garanzie (e fra queste gli Abs – Asset backed securities) provenienti dalla cartolarizzazione dei crediti in essere, ivi inclusi i mutui ipotecari concessi alle famiglie: tale facilitazione riguarda una maggiore flessibilità nella valutazione della qualità del collaterale e l’applicazione di minori scarti di garanzia.

La premessa per quest’ultima facilitazione è la ripresa del mercato delle cartolarizzazioni; è bene ricordare che questi processi sono alla base della valanga avviata negli Stati Uniti con i mutui sub-prime, poiché hanno consentito la diffusione nella finanza globalizzata di titoli (gli Abs appunto) che, attraverso la reiterazione dei processi di cartolarizzazione, hanno visto sbiadire via via i contorni del rischio e hanno dato luogo ai “titoli strutturati”, praticamente senza valore, collocati nei portafogli di quasi tutti gli intermediari finanziari, finendo cosi col contagiare tutto il mondo!

L’esperienza vissuta con la crisi non ancora conclusa deve insegnarci a distinguere fra i processi di cartolarizzazione quelli che meritano di essere reiterati; bisogna poi porre dei limiti alla ripartizione e distribuzione dei rischi, i quali devono comunque essere sempre misurabili e tracciabili! In tal senso si stanno muovendo la Bce e la Banca d’Inghilterra che, proprio in questi giorni, stanno diffondendo uno studio volto a individuare le regole che rafforzino la trasparenza e la standardizzazione dei prodotti di tali processi.

Ciò detto, ben vengano le misure volte a facilitare la concessione dei prestiti: una politica monetaria espansiva è attesa da tempo e sono certo che la Bce saprà trovare gli strumenti più adeguati per trasformare gli stimoli che essa può dare in comportamenti conseguenti da parte degli intermediari. L’annuncio del Governatore sulle facilitazioni di cui sopra si muove in questo solco e le nostre banche, anche grazie all’azione della Vigilanza illustrata nelle Considerazioni finali, paiono essere attrezzate per affrontare consapevolmente sia l’analisi della qualità degli attivi in atto, sia quello dello stress test in autunno.

Insomma, sotto il profilo monetario e creditizio tutto sembra funzionare: si sta immettendo acqua nell’abbeveratoio in attesa che il cavallo decida di bere. L’auspicio è che l’acqua sia continua e abbondante e che ci sia posto non solo per i cavalli, ma anche per i tanti pony che attendono da troppo tempo di dissetarsi!





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