MONTE DEI PASCHI DI SIENA/ Mps in Borsa fa prezzo in chiusura: rialzo del 19,9%. Oggi martedì 10 giugno 2014
Prende il via oggi, lunedì 9 giugno 2014, l’aumento di capitale di cinque miliardi di euro del Monte dei Paschi di Siena. C’è adesso grande attesa per vedere cosa accadrà a Piazza Affari

Altra giornata difficile per il titolo Mps, che è riuscito a far prezzo solo in chiusura di seduta. Montepaschi di Siena ha segnato un rialzo del 19,91%, portandosi a quota 2,216 euro, in rialzo del 19,91%. Trend di segno opposto per i diritti relativi all’aumento di capitale in corso, che hanno perso il 7,35% a 19,92 euro. Per i trader, la volatilità del titolo è dovuta alla necessità di chiudere posizioni short e alle distorsioni sugli strumenti derivati collegati al titolo che rendono necessari degli acquisti per non incorrere in perdite pesanti.
Anche oggi il titolo Mps in Borsa non ha avuto un avvio facile. Ha aperto infatti con un teorico + 19,91% a 2,21 euro. In un successivo aggiornamento si registra la cessione pro soluto e in blocco di un portafoglio di crediti in sofferenza a un veicolo di cartolarizzazione finanziato da società riconducibili a Fortress Investment. Si tratta in tutto di 12mila sofferenze per un valore lordo di bilancio di circa 500 milioni di euro. i tratta di una operazione pensata per una gestione maggiormente attiva delle sofferenze Mps, avviata dall’istituto e che si vuole continuare anche in futuro.
Quando si parla di aggregazioni, conta di più la strategia d’impresa che l’identità territoriale dell’azienda. Lo ha detto Alessandro Profumo, il presidente del Monte dei paschi di Siena intervenuto al convegno “Fiat Chrysler e il futuro dell’industria”. Utilizzando come esempio l’unione tra il Lingotto e la casa americana, Profumo ha detto che “parlando di aggregazioni non è importante la senesità, l’italianità o la milanesità, sono cose assurde. E’ importante la strategia di impresa perché tu hai successo con i tuoi punti di forza”. Inoltre la senesità, ha aggiunto, “è importante perché abbiamo il 47% della quota di mercato nella città e il 25% in Toscana e perché il gruppo dirigente è di quella città”. Oggi è stato inoltre reso noto che la deputazione della Fondazione Mps ha approvato il bilancio 2013 “dopo lungo e approfondito dibattito all’unanimità e con soddisfazione”. La deputazione, secondo altre fonti, tornerà a riunirsi a fine mese, tra il 29 e il 30 giugno.
Dopo il comunicato diffuso di recente da Borsa Italiana sulla possibilità di “rivedere le modalità di gestione dell’aumento di capitale annunciato da Mps”, Unicredit Bank, Unicredit e Societè Generale hanno fatto sapere di stare valutando, sui propri prodotti con sottostante Mps, “l’opportunità di eventuali interventi correttivi che potrebbero anche discostarsi da quanto comunicato venerdì scorso”. Nella nota, il gruppo che gestisce la compilazione dell’indice di borsa aveva anche fatto sapere che presto “consulterà gli operatori finanziari interessati dall’operazione durante la mattina di lunedì 9 giugno in merito alla fattibilità e alla desiderabilità di cambiare modalità di gestione dell’aumento di capitale”.
Attraverso l’aumento di capitale di cinque miliardi di euro che MPS si appresta a lanciare, “la banca dovrà rimborsare tre dei quattro miliardi di aiuti di Stato versati dal Tesoro con i soldi dei contribuenti”. Lo scrive il Codacons in una nota, spiegando che proprio grazie all’azione dell’associazione, “il cui contributo è stato pubblicamente riconosciuto nella delibera del 27 novembre 2013 con cui la Commissione Europea ha ingiunto a MPS di restituire tre miliardi di aiuti entro il 2014, oppure convertire i Monti Bond in azioni, la Commissione ha radicalmente modificato l’autorizzazione agli aiuti per come originariamente approvati il 17 dicembre 2012 senza prevedere inizialmente alcun obbligo temporale di rimborso”. La decisione della Commissione, fa sapere ancora il Codacons, “ha di fatto dato ragione all’associazione dei consumatori che ha vigorosamente contestato il modo con cui gli aiuti erano stati corrisposti ed ha costretto la banca a rimborsare il 75% dei quattrini ricevuti dallo Stato. Ma forse non è stata gradita dalla banca che vuole i danni dalla associazione per avere tutelato gli interessi degli azionisti e dei cittadini. Intanto oggi il Codacons ha rappresentato alla CONSOB le criticità contenute nel bilancio 2013 di MPS. Si attende ora una risposta dalla commissione”.
Prende il via oggi, lunedì 9 giugno 2014, l’aumento di capitale di cinque miliardi di euro del Monte dei Paschi di Siena. In particolare, il Consiglio di Amministrazione di Mps ha deliberato di emettere “4.999.698.478 azioni ordinarie BMPS di nuova emissione” da offrire in opzione ai soggetti titolari di azioni BMPS al prezzo di sottoscrizione di 1,00 euro per ciascuna nuova azione BMPS, “da imputarsi interamente a capitale, nel rapporto di 214 azioni di nuova emissione BMPS ogni 5 azioni BMPS possedute”. Il prezzo di sottoscrizione di 1 euro rappresenta uno sconto pari a circa il 35,5% rispetto al prezzo teorico ex diritto (c.d. Theoretical Ex Right Price – TERP) calcolato al prezzo di chiusura del 5 giugno 2014. Sempre la Banca Monte dei Paschi di Siena ha fatto sapere che il 6 giugno scorso il Ministero dell’Economia, tenuto conto della tempistica dell’operazione di aumento di capitale, “ha formalmente acconsentito allo spostamento, dal 1° luglio 2014 al 1° agosto 2014, della data di pagamento degli interessi maturati per l’esercizio 2013 sui Nuovi Strumenti Finanziari, che è previsto siano corrisposti attraverso l’emissione di Nuovi Strumenti Finanziari da rimborsarsi contestualmente”. C’è adesso grande attesa per vedere cosa accadrà a Piazza Affari: la società Ftse, che gestisce l’indice FTSEMib, ha comunicato che, in consultazione con Borsa Italiana e avendo informato Consob, sta valutando la possibilità di “rivedere le modalità di gestione dell’aumento di capitale annunciato da Mps venerdì 6 giugno”. Per questo “consulterà gli operatori finanziari interessati dall’operazione durante la mattina di lunedì 9 giugno in merito alla fattibilità e alla desiderabilità di cambiare modalità di gestione dell’aumento di capitale”.
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