Militari della Guardia di Finanza hanno perquisito questa mattina una ventina di sedi della Veneto Banca, tra cui quella di Montebelluna (Treviso). Coordinati dai Magistrati del Gruppo Economia della Procura di Roma, i finanzieri sono entrati anche nelle abitazioni dell’ex presidente dell’istituto, Flavio Trinca, e dell’attuale direttore generale (ed ex amministratore delegato) Vincenzo Consoli, i quali risultano indagati per ostacolo all’attività dell’autorità di vigilanza. Coinvolti nel decreto di perquisizione anche sedici imprenditori e soci della banca che sarebbero stati destinatari di ingenti finanziamenti. Come le altre indagini avviate su altre banche popolari, anche in questo caso l’operazione è partita dall’ispezione avviata nel 2013 dalla Banca d’Italia che ha fatto emergere la tendenza a concedere prestiti senza tutele con perdite di oltre 192 milioni di euro. Agli indagati viene in particolare contestata una “decurtazione del patrimonio di vigilanza”: quest’ultimo è stato “rettificato da due miliardi e 12 milioni di euro a un miliardo e 662 milioni di euro, con uno spread negativo di 345 milioni di euro” che ha dunque fatto partire l’indagine per ostacolo alla vigilanza. Dopo l’inizio delle perquisizioni, il presidente di Veneto Banca Francesco Favotto ha fatto sapere che l’istituto “ripone piena fiducia nell’operato della Magistratura e della Guardia di Finanza. Veneto Banca garantisce la massima disponibilità a collaborare con le autorità, nelle modalità che riterranno più opportune”.