BORSA ITALIANA/ News: Ftse Mib chiude a -5,96%. Crollano Tenaris (-9,6%) ed Eni (-7,9%)

- La Redazione

Comincia male la giornata per la Borsa italiana, con un calo vicino al 4% nei primi minuti di contrattazioni. Colpa del tonfo registrato dalla borsa cinese. Vediamo la situazione

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Piazza Affari chiude la giornata con a -5,96%, ma sul Ftse Mib ci sono dei cali davvero pronunciati per Tenaris (-9,61%), Luxottica (-7,02%), Mps (-7,07%), Eni (-7,98%) e Fca (-7,76%). Non è andata meglio alle altre piazze europee, con Atene che ha perso il 10%, mentre le altre registrano cali intorno al 5% e Wall Street cede circa il 3%. Il cambio euro/dollaro è arrivato alla soglia di 1,16, mentre il petrolio continua a essere sui livelli minimi. Difficile trovare una giornata simile negli ultimi anni, bisogna tornare indietro ai periodi più intensi della crisi del 2008/2009.

Piazza Affari comincia l’ultima mezzora di contrattazioni risalendo al -4%, in linea con il recupero delle altre piazze principali europee. Sul listino principale da segnalare il pareggio di Ansaldo Sts, che è stata tra le società, insieme a Pirelli e World Duty Free, meno interessate dai cali di giornata, che invece continuano a essere pesanti per Tenaris (-7,9%), Yoox (-6,1%) e Mps (-6,1%). Wall Street cede il 2,6%.

Sembra una giornata da dimenticare, per Piazza Affari ma non solo. Il Ftse Mib è infatti arrivato a -7% e ora cede il 6,4%, con sospensioni per eccesso di ribasso che hanno riguardato metà dei titoli del listino principale. Anche Madrid, Parigi e Francoforte hanno toccato il -7%, mentre Amsterdam è arrivata a -8%. 

Dopo una breve risalita, Piazza Affari scivola al -4,7%, con una raffica di sospensioni per eccesso di ribasso su parecchi titoli. In particolare Mps cede più del 7,4%, Fca arriva al -6,2%, mentre Mediaset al -6,7%. Non va meglio nel resto d’Europa, con Parigi che perde oltre il 5%. Le materie prime fanno segnare nuovi cali, in particolare il petrolio, mentre il cambio euro/dollaro risale verso quota 1,15. Tra poco aprirà Wall Street, ma i futures non promettono nulla di buono.

Piazza Affari a metà mattina riesce a ridurre le perdite intorno al 2%, ma la Borsa italiana non è l’unica a soffrire in Europa, dove tra Parigi, Francoforte e Londra i ribassi superano il 2%. Recupera un po’ di terreno Fca, che perde il 4,3% e il peggior titolo del Ftse Mib resta quindi Tenaris, con un -4,7%. Nessun segno più presente, mentre il cambio euro/dollaro scende sotto la soglia degli 1,15 e i futures sul Wti portano il petrolio sotto i 39 dollari al barile. In Grecia, intanto, il primo tentativo di formare un nuovo governo dopo le dimissioni di Tsipras è fallito: Meimarakis, leader di Nuova democrazia, ha infatti rimesso l’incarico al Presidente Pavlopoulos.

Piazza Affari cede il 2,7% dopo un lieve recupero che aveva portato il Ftse Mib fino al -1,9%. Molti titoli inizialmente sospesi per eccesso di ribasso (come Mediobanca, Mps, Unicredit, Buzzi Unicem) sono tornati agli scambi, ma sul listino principale della Borsa italiana regna il segno meno,  con cali accentuati per Ferragamo (-4,3%), Mediolanum (-4,3%), Tenaris (-4,7%), Yoox (-4%) e Fca (-5,15%). Vicini alla parità Pirelli e World Duty Free, con cali intorno allo -0,1%. L’euro intanto si rafforza sul dollaro (1,15 il cambio).

Comincia male la giornata per la Borsa italiana, con un calo vicino al 4% nei primi minuti di contrattazioni. Colpa del tonfo registrato dalla borsa cinese (-8,8%), nonostante i provvedimenti presi dall’autorità di Pechino. Sono diverse settimane che arrivano segnali preoccupanti dalla Cina, ma solo negli ultimi giorni la situazione si è aggravata, accompagnandosi al calo del prezzo del petrolio e di altre commodities e ai timori di rallentamento dei paesi emergenti, complice il possibile aumento dei tassi di interesse a settembre da parte della Fed. La Borsa di Tokyo ha chiuso con -4,6% e da Francoforte arriva la notizia che per la prima volta da gennaio il Dax è sceso sotto i 10.000 punti. Diversi i titoli sospesi per eccesso di ribasso a Milano, come Fca, Mps, Buzzi Unicem e Mediobanca.







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