La rapidità con cui il Quirinale ha incaricato il nuovo premier con missione non condizionata aiuterà a tranquillizzare i mercati sul piano della governabilità dell’Italia, cioè a ridurne la speculazione ribassista. La scelta di Paolo Gentiloni, con esperienza di ministro degli Esteri, lascia trasparire, al netto di altre considerazioni politiche, la volontà del Presidente della Repubblica di mettere in priorità gli impegni internazionali dell’Italia molto più del tema elettorale interno.
I primi, infatti, per tutto il 2017 e parte del 2018 saranno di enorme rilievo sia per l’immagine, sia per la difesa degli interessi concreti della nazione: summit europeo del 15 dicembre, dove sarà critico il tema di una gestione europea degli immigrati; preparazione e gestione della presidenza italiana di un G-7 che vedrà, nel maggio 2017, la prima manifestazione della linea di Trump nei confronti degli alleati principali e dove l’Italia dovrà facilitare le convergenze; presidenza italiana del Consiglio di sicurezza dell’Onu, a fine anno e inizio del prossimo.
Rilevanti, poi, saranno: gli impegni italiani per la stabilizzazione del Mediterraneo, dove l’interesse nazionale richiede una posizione attiva; la presidenza del “processo di Berlino”, cioè del programma europeo di sostegno via investimenti dei Balcani, area economica d’interesse vitale per l’Italia data la sua contiguità, alla fine del 2017, ecc.
Tra questi appuntamenti il più importante per l’economia sarà la trattativa, a marzo, tra Italia e Commissione europea in materia di aggiustamento della Legge di bilancio: Bruxelles ha l’intenzione di chiederne uno rilevante per ridurre il deficit acceso dal governo Renzi, ma l’interesse nazionale è quello di non interrompere la stentata ripresa a causa di un riequilibrio troppo violento. La trattativa dovrà essere portata più sul piano politico che su quello dei numeri, dove l’Italia è in difetto grave, e il governo italiano avrà bisogno di molta competenza diplomatica per superare tale scoglio, probabilmente marcando, allo stesso tempo, il fatto che un eccesso di rigore sarebbe destabilizzante e che l’Italia resterà entro binari d’ordine.
La (ri)costruzione dell’affidabilità inizierà già nelle prossime due settimane dove il governo dovrà confermare di aver pronte soluzioni pubbliche per la riparazione del sistema bancario nel caso quelle private fossero, come è probabile, insufficienti. Il Tesoro le ha già predisposte silenziosamente in dialogo con l’Ue e il nuovo governo dovrebbe solo applicarle e non inventarle, dato stabilizzante.