Il canone Rai va pagato anche se la televisione che si possiede è rotta, lo ha stabilito la Cassazione con un’ordinanza che farà certamente discutere. Per il sito laleggepertutti.it, infatti, chi possiede un televisore rotto dovrebbe essere equiparato a chi non ha alcun apparecchio. Dunque in questo caso la richiesta di pagamento dell’imposta potrebbe essere considerata incostituzionale. Senza dimenticare che esistono dei televisori che costituiscono dei pezzi di modernariato, anche solo per il loro design: bisogna considerarle passibili di canone anche se di fatto non utilizzabili? Urbano Cairo si scaglia ancora contro la novità del canone Rai in bolletta. Il Corriere della Sera riporta alcune dichiarazioni dell’editore di La7 che definisce uno scandalo il fatto che alla tv di Stato vengano dati 300 milioni in più, “dopo 8 anni di vacche magre e 4 anni in cui la Rai ha fatto un dumping incredibile sui prezzi. Unico soggetto in Italia”. “Se uno avesse pensato attentamente a una riforma per fare male a tutti gli altri non l’avrebbe fatta così bene”, ha aggiunto Cairo, ricordando che dal Governo si sarebbe aspettato qualcosa di diverso.
Sulla novità del canone Rai 2016 ci sono difficoltà non solo per le imprese elettriche che dovranno inserirlo in bolletta e per i cittadini che in alcuni casi non hanno capito se pagheranno una o due volte l’imposta (il caso, per esempio, di due coniugi con residenza diversa), ma anche per gli italiani residenti all’estero che si troverebbero a versare il tributo se hanno una casa in patria dotata di tv. Alessio Tacconi, parlamentare Pd elettro nella Circoscrizione estero, ha quindi deciso di inviare una missiva “ai vertici dei dicasteri preposti, l’On. Antonello Giacomelli, Sottosegretario allo Sviluppo Economico, l’On. Enrico Zanetti, Viceministro Economia e Finanze, e ai vertici della Rai nelle persone del Presidente Monica Maggioni e del Direttore Generale Antonio Campo Dall’Orto, con la quale chiedo di voler considerare la peculiare situazione degli Italiani residenti all’estero, proprietari di un immobile in Italia”.
Nella lettera Tacconi spiega di aver fatto presente che questi cittadini non usufruiscono per la maggior parte dell’anno delle trasmissioni televisive, anche se hanno un casa in Italia. Quindi viene ritenuta ingiusta la richiesta di pagamento del canone. Il parlamentare ha chiesto di considerare quanto meno una riduzione dello stesso dato che è difficile considerare “prima casa” quella che gli italiani residenti all’estero hanno in Italia.