Vola il prezzo del petrolio dopo che a Teheran si è conclusa la riunione tra i rappresentanti di Venezuela, Iraq e Iran. Proprio il ministro del petrolio di quest’ultimo Paese, Bijan Zanganeh, ha dichiarato al termine dell’incontro che l’Iran “sostiene tutte le misure per stabilizzare il mercato e migliorare le quotazioni del petrolio”. Il Brent è salito sopra i 34,5 dollari al barile, con un rialzo superiore al 7%. Il Wti viaggia invece sui 31 dollari, su del 6,7%. Le quotazioni del petrolio tornano a salire. Oggi, infatti, a Teheran si incontrano i rappresentanti di Venezuela, Iran e Iraq per parlare della possibilità di congelare la produzione di greggio. Il Brent risale quindi sopra i 33 dollari al barile, mentre il Wti si avvicina ai 28. Intanto il ministro dell’Energia degli Emirati Arabi Uniti al-Mazrouei ha detto che il suo Paese è disposto a collaborare con tutti gli altri produttori per garantire una stabilizzazione dei prezzi. – Continuano le difficoltà del prezzo del petrolio che non riesce a giovarsi di quella che sembrava essere una notizia molto positiva in ottica livello di produzione. Infatti, la Russia e l’Arabia insieme a Venezuela e Qatar hanno siglato un accordo che prevede il congelamento della produzione ai livelli di gennaio. Un accordo che tuttavia, dopo l’iniziale entusiasmo che aveva riportato il prezzo del Brent sopra i 35 dollari, si è assistito ad un fenomeni di snobismo da parte dei mercati che ritenendo la notizia pressoché ininfluente, sono andati avanti come se nulla fosse. Nella seduta di ieri tutte le principali borse europee hanno perso terreno con il prezzo del petrolio che è tornato a scendere: il Brent è sotto i 32 dollari al barile mentre il Wti è sotto i 31 dollari. Per invertire la tendenza sarà necessario un accordo più sostanzioso.