Ha fatto scalpore la decisione di presa dal consiglio amministrazione di Banca Popolare di Vicenza di stabilire il prezzo di recesso a 6,3 euro ad azione. Sulla vicenda ha voluto dire la sua anche Jacopo Berti, capogruppo del Movimento 5 Stelle nel consiglio regionale del Veneto, che come come riportato dall’edizione di Prato de “Il Tirreno” ha dichiarato:”La gente deve rendersi conto che la banca ha appena iniziato a svalutare, iniziando quel processo che altre banche hanno già fatto sei anni fa. BpVi ha in pancia miliardi di crediti deteriorati, che per una famiglia è come avere in frigo tonnellate di cibo marcio. Qualcuno deve dire la verità, e la verità è che ci sono banche sull’orlo del baratro mentre tutti fanno finta di niente“.
Sarà un successo l’aumento di capitale di Banca Popolare di Vicenza. Ad affermarlo, secondo quanto riportato dall’Adnkronos è Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit: “Io sono fiducioso che l’aumento di capitale sarà eseguito senza sorprese negative sul mercato. La banca ha fatto molto per risolvere i problemi di qualità dell’attivo e del bilancio. E’ una banca locale di un’area molto ricca, può solo fare bene. I prezzi, e non solo per la Vicenza ma per tutti, sono ora molto attraenti e quindi io credo che il mercato sarà positivo e che l’aumento di capitale sarà fatto con successo”. Unicredit è garante dell’inoptato e se l’aumento di capitale non fosse sottoscritto dai soci vecchi e nuovi, la banca potrebbe diventare azionista di peso della Popolare di Vicenza. Per Ghizzoni questo però non sarà necessario.
Ha perso in un giorno, ieri, oltre 4 miliardi la Banca Popolare di Vicenza, scendendo da 4,8 miliardi a 630 milioni. Il motivo? Martedì scorso il consiglio di amministrazione ha stabilito il prezzo di recesso per chi non voterà a favore della trasformazione in Spa nell’assemblea del prossimo 5 marzo: 6,3 euro ad azione. Un valore virtuale perché la banca ha fermato “in tutto e senza limiti di tempo” l’esercizio ma comunque un indicatore di quanto potrà accadere con lo sbarco in Borsa dell’istituto e l’aumento di capitale. Il cda ha infatti ridefinito anche l’ammontare dell’aumento, portandolo da 1,5 a 1,76 miliardi di euro. Il capitale delll’istituto vicentino è attualmente quasi azzerato ma, secondo quanto riportato da il Fatto Quotidiano, “il comunicato della banca spiega che, pur essendo il prezzo uguale per tutti (vecchi azionisti, investitori istituzionali, retail), gli attuali azionisti di Popolare Vicenza beneficeranno di condizioni vantaggiose per partecipare all’aumento. Come la possibilità di sottoscrivere azioni aggiuntive dopo un certo periodo di tempo beneficiando di uno sconto massimo del 50% rispetto al prezzo di quotazione”.