Piazza Affari chiude in rialzo dello 0,61% e sul listino principale troviamo in rosso Bper (-4,82%), Bpm (-1,33%), Campari (-0,23%), Enel (-0,1%), Fineco (-1,28%), Intesa Sanpaolo (-1,29%), Leonardo (-0,28%), Ubi Banca (-1,94%) e Unicredit (-4,92%). Tra i rialzi spiccano quelli di Atlantia (+2,1%), Buzzi (+3,89%), Eni (+2,07%), Fca (+2,09%), Luxottica (+2,22%), Mediaset (+2,23%), Moncler (+3,54%), Poste Italiane (+2,6%), Saipem (+3,26%), Unipol (+3,8%), UnipolSai (+4,08%) e Yoox (+4,23%). Fuori dal listino principale Italmobiliare chiude a +10,83%, Salini Impregilo a +8,27% e Il Sole 24 Ore a +5,94%. Il cambio euro/dollaro è sempre vicino a quota 1,15, quello euro/sterlina è a quota 0,84, mentre lo spread tra Btp e Bund scende è poco sotto i 135 punti base.
Piazza Affari torna in positivo con un +0,1%. Sul listino principale pesano i ribassi di Bper (-4,8%), Ubi Banca (-3,1%) e Unicredit (-5,3%). I rialzi più consistenti sono invece di Atlantia (+2,7%), Buzzi (+3,8%), Moncler (+2,3%), UnipolSai (+2,7%), Ferrari (+2%), Fca (+1,9%) e Mps (+1,9%). Fuori dal listino principale Salini Impregilo sale del 5%, mentre Caltagirone cede il 4%. Il cambio euro/dollaro sale verso quota 1,15, quello euro/sterlina si avvicina a quota 0,84, mentre lo spread tra Btp e Bund scende sotto i 135 punti base.
Piazza Affari cede lo 0,6% e sul listino principale si notano i rialzi di Atlantia (+1,8%), Mps (+1,9%), Moncler (+3%), Poste Italiane (+1,3%), UnipolSai (+1,3%) e Buzzi (+1,2%), I ribassi più pesanti sono quelli di Bper (-3%), Bpm (-2,3%), Leonardo (-1,9%), Ubi Banca (-2,4%) e Unicredit (-4,4%). Fuori dal listino principale Italmobiliare guadagna il 6,1%, Caltagirone cede il 6,5%, Pininfarina il 4,7%. Il cambio euro/dollaro si trovo poco sopra quota 1,1, quello euro/sterlina si avvicina a quota 0,84, mentre lo spread tra Btp e Bund rimane a 137 punti base.
Piazza Affari cede lo 0,4% e sul listino principale i titoli bancari sono passati quasi tutti in rosso. In particolare Banco Popolare cede il 2%, Ubi Banca il 2,3% e Unicredit il 3,9%. Mps resta invece in rialzo (+1,1%), così come Fineco (+1,2%). Bene anche Atlantia (+1,3%), Moncler (+1,6%) e Poste Italiane (+1,8%). Fuori dal listino principale Carige guadagna il 4%, Italmobiliare il 5,9%, Safe Bag il 4,4%, mentre Caltagirone cede il 5%. Il cambio euro/dollaro risale sopra quota 1,1, quello euro/sterlina è ancora sotto quota 0,835, mentre lo spread tra Btp e Bund si attesta a 137 punti base.
La giornata di Piazza Affari comincia in rialzo dello 0,7%. Sul listino principale in rosso si vedono solamente Banca Mediolanum (-0,6%), Campari (-0,4%), Cnh Industrial (-0,7%), Ferragamo (-0,7%) e Prysmian (-0,7%). Tra i titoli in rialzo si segnalano in particolare Bpm (+2,3%), Mps (+4%), Intesa Sanpaolo (+2,9%) e Unicredit (+2,7%). Fuori dal listino principale Carige sale del 7,1%, la Banca Popolare di Sondrio del 4,9%, Creval del 4,5%, mentre Snai cede il 2,5% e Caltagirone il 2%. Il cambio euro/dollaro scende sotto quota 1,1, quello euro/sterlina è sotto quota 0,835, mentre lo spread tra Btp e Bund scivola a 132 punti base.
L’attenzione a Piazza Affari sarà oggi rivolta al settore bancario, viste le voci secondo cui la Commissione europea avrebbe autorizzato l’Italia a intervenire con una garanzia fino a 150 miliardi per rafforzare il sistema. L’agenda macroeconomica di oggi poi non prevede drivers di mercato particolarmente importanti. Fra i dati della giornata indichiamo, durante la seduta asiatica, la disoccupazione in Giappone, che dovrebbe attestarsi sullo stesso valore della rilevazione precedente, e, più importante, il PMI manifatturiero cinese. In Europa, in mattinata avremo l’indice PMI manifatturiero italiano, che è previsto in linea con la rilevazione precedente di 52,4 punti, l’indice PMI manifatturiero francese, anch’esso in linea alla rilevazione precedente di 47,9 punti, ma al di sotto dell’importante spartiacque di 50 punti, e l’indice PMI manifatturiero tedesco, previsto in linea con il dato precedente di 54,4 punti. Seguiranno i dati dell’area Ue, relativi all’indice PMI manifatturiero (consensus 52,6 – precedente 52,6) e alla disoccupazione nell’area stessa, quest’ultima è attesa in contrazione al 10,1% rispetto al dato precedente di 10,2%. Sempre in mattinata, ci sarà la prima rilevazione in seguito al Brexit del PMI manifatturiero UK (consensus 50,1 – precedente 50,1). Nel pomeriggio avremo la rilevazione dell’indice ISM manifatturiero statunitense il cui consensus è in linea al dato precedente di 51,3. Ricordiamo comunque che l’attività sul mercato USA potrebbe risultare meno intensa per via dell’avvicinarsi della festività dell’Indipendence Day di lunedì 4 luglio.
Le borse del vecchio continente, durante la seduta di ieri hanno realizzato la terza giornata di rialzo consecutivo dopo lo shock che ha caratterizzato le giornate immediatamente successive all’esito Brexit. Il Dax ha chiuso ancora una volta con una performance superiore rispetto agli indici periferici (+1,75%), il Cac40 di Parigi è avanzato di un punto percentuale e anche il nostro FtseMib40 ha archiviato la giornata con un progresso di un punto e mezzo. A differenza delle ultime sedute in cui il paniere italiano è stato sorretto dal settore energetico, abbiamo assistito a una rotazione settoriale che, a metà seduta, mentre si registrava una perdita molto marcata, ha fatto recuperare fortemente il settore bancario, trascinando l’indice al rialzo.
Durante la seduta, caratterizzata da pochi dati macro importanti, una buona nuova, che ha spinto in alto la quotazione di Unicredit, titolo molto pesante all’interno del FtseMib40, è stata la nomina del nuovo AD Jean Pierre Mustier, che ha rilevato la carica lasciata vacante, anche fin troppo a lungo, da Federico Ghizzoni. La notizia è stata molto apprezzata dagli azionisti poiché, nell’ ultimo periodo, il titolo ha subito forti pressioni ribassiste, in un settore già penalizzato dalla debolezza strutturale dovuta all’Affaire Non Performing Loans. È importante notare che, nonostante il rimbalzo di queste sedute, il Bund tedesco continua ad apprezzarsi, infatti lo spread Bpt/Bund continua a mantenersi elevato a causa della compressione dei rendimenti del decennale tedesco. Bisognerà vedere nei prossimi giorni se ciò è dovuto al perdurare del fenomeno di fly to quality oppure alle manovre di allentamento quantitativo operati dalla Bce.