Il governo è diviso sulla “pace fiscale”: le posizioni di Lega e Movimento 5 Stelle continuano ad essere distanti. La maggioranza cercherà di tirare le somme lunedì, quando è previsto un vertice organizzato appositamente per trovare una soluzione prima del consiglio dei ministri che, nel pomeriggio, dovrà esaminare le linee guida delle legge di bilancio da inviare in Europa e approvare il decreto fiscale. Il lavoro al Mef sta andando avanti, ma secondo Il Messaggero il silenzio lascia intuire un probabile stallo nella definizione del decreto e forse anche nel Dbp. La posizione di partenza del M5s è quella di escludere dai pagamenti solo interessi e sanzioni, limitando la misura solo a chi è in regola con le dichiarazioni, mentre la lega punta ad uno sconto consistente anche sull’ammontare del debito e non disdegna l’ipotesi di allargare la platea dei destinatari con la dichiarazione integrativa. Il nodo non è solo politico, ma anche finanziario. Assicurando tutto l’ammontare del debito, come vorrebbe M5s, gli incassi potenzialmente potrebbero essere alti, ma l’operazione potrebbe rivelarsi un flop. Invece, facendo pagare solo una percentuale dell’importo dovuto, i contribuenti sarebbero più invogliati ad aderire, ma il gettito potrebbe non essere sufficiente per far quadrare i conti della manovra. Intanto il sottosegretario Armando Siri al Tg1 ha rivelato che l’ipotesi più probabile allo studio del governo è che la pace fiscale preveda una aliquota unica per tutti al 25%. (agg. di Silvana Palazzo)
M5S, NO ALLA LEGA PER OGNI FORMA DI CONDONO
Non c’è ancora accordo tra le due anime del governo sulla pace fiscale. Il sottosegretario Armando Siri, tra gli esperti della Lega per quanto riguarda il pacchetto fiscale, ha rilanciato la vecchia proposta di legge sulle diverse aliquote in relazione al reddito del debitore, ma fonti di governo – riportate da Askanews – fanno sapere che questa è una ipotesi, una peraltro delle tante proposte sul tavolo. E non sarà quella su cui Lega e Movimento 5 Stelle si concentreranno per raggiungere l’intesa. Il M5s ha ribadito il suo no a qualsiasi forma di condono, mentre la Lega continua a spingere per una “flat tax integrativa” con un tetto tra i 200 e i 500mila euro. L’auspicio di Matteo Salvini è la soglia più alta, ma l’altra potrebbe rappresentare il possibile punto di ricaduta. L’idea di Siri, risalente alla passata legislatura, aveva suscitato diverse perplessità e una forte contrarietà nel Movimento 5 Stelle già al momento della firma del contratto di governo. (agg. di Silvana Palazzo)
PACE FISCALE CON TRE SCAGLIONI: 6, 10 E 25%
Il governo sta mettendo a punto il decreto fiscale collegato alla manovra, che definirà nuove regole per i contribuenti e introdurrà la “pace fiscale”, già annunciata nelle scorse settimane. Per rendere più “digeribile” agli italiani che pagano le tasse quello che le opposizioni continuano a chiamare un “condono”, il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri ha svelato i tre scaglioni per i pagamenti: 6, 10 e 25 per cento. Il meccanismo penalizzerà chi è più ricco e chi non ha pagato le tasse pur potendolo fare. Lo stesso Siri ha aggiunto che gli scaglioni cambieranno in base alla posizione patrimoniale e reddituale del contribuente, che potrà chiedere questa “scorciatoia” per chiudere un contenzioso con il Fisco. Secondo il piano predisposto dal governo, la aliquota del 6% ad esempio potrebbe essere riservata ai contribuenti monoreddito con un figlio minorenne a carico. «Noi non stiamo facendo un condono – afferma il sottosegretario – ma solo andare incontro a chi le imposte non ha potuto pagarle perché non ha materialmente i soldi». Così dunque comincia a prendere forma la “pace fiscale”, ma solo lunedì si conosceranno in modo dettagliato i punti del decreto fiscale.
ARMANDO SIRI: “NON È UN CONDONO E NON È PER GLI EVASORI”
Il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri ha poi lanciato un messaggio ai tecnici del governo che hanno parlato di un buco di bilancio per un’operazione saldo e stralcio con la mossa della pace fiscale. «Un problema politico non c’è. Qualcuno dei tecnici ora dice che il saldo e stralcio crea un buco nel bilancio dello Stato, ma la si sta facendo più complicata di quella che è. Non ha nessun senso tenere a bilancio partite che sono come limoni secchi», ha dichiarato Siri, come riportato da Repubblica. Il leghista ha spiegato poi il piano del governo sul fronte fiscale, precisando che «la proposta della Lega è molto chiara» e non c’è alcuna intenzione di fare passi indietro. «Per noi è saldo e stralcio delle posizioni di chi non riesce a fare fronte ai pagamenti di Equitalia. Non vogliamo compromessi tecnici». Ma ci sono paletti precisi, evidenzia Siri: «La pace fiscale non è per gli evasori, ma per chi è in regola con la dichiarazione dei redditi e non ha risorse per pagare perché ha difficoltà economiche». E potrebbero essere aperte le porte a chi non ha omesso di effettuare la dichiarazione dei redditi nei cinque anni precedenti.