TARGET 2, IL RISCHIO CHE L’UE SALTI
Il sistema Target 2 torna spesso all’attenzione dei media quando si paventa il rischio che l’Ue salti, come nelle ultime settimane in cui si teme proprio per la situazione italiana. Il motivo è semplice: i saldi del sistema Target 2 vengono considerati dei costi da pagare o dei crediti da vedersi rimborsati da un paese che dovesse lasciare l’euro. Come ricorda l’Agi, quando si paga un bene tedesco in Italia, la banca italiana avrà un debito verso la Banca d’Italia, la quale a sua volta, tramite il sistema di regolamento dei pagamenti interbancari dell’Eurozona, avrà un debito verso la Bundesbank, la quale sarà indebitata con la banca dell’azienda tedesca che ha venduto il bene. Sommano debiti e crediti tra le controparti, con il sistema Target 2 è possibile capire quanti soldi un Paese deve a un altro attraverso la propria banca centrale.
IL SALDO NEGATIVO DELL’ITALIA
Da più parti è stato quindi osservato che un Paese indebitato, per poter andarsene dall’euro, dovrebbe saldare i suoi conti, così da non lasciare debiti. L’Italia, secondo i dati di Bankitalia, a settembre ha registrato un passivo di oltre 489 miliardi di euro, in calo rispetto ai 492 di agosto. Come ricorda l’Agi, però, i conti del sistema Target 2 sono stati influenzati non poco dal Quantitative easing. Quando infatti la banca centrale compra i titoli di stato del proprio Paese da una banca estera, il saldo negativo Target 2 si amplia. Quindi se la Bankitalia compra Btp da una banca tedesca, il saldo dell’Italia verso la Germania nel sistema Target 2 peggiora. C’è da dire che Mario Draghi ha detto che proprio dopo la fine del Qe i saldi negativi del Target 2, sistema gestito dalla Bce, si ridurranno. E non bisogna dimenticare che dal suo punto di vista l’euro è irreversibile e quindi non è possibile che un Paese possa uscirne.