IN BORSA CHIUDE SOTTO I 2,8 EURO AD AZIONE
Mps chiude la giornata in Borsa con un calo del 3,1%, che porta il titolo sotto i 2,75 euro. Franco Locatelli non ritiene insensato pensare che dal nuovo Governo arriverà una spinta a Montepaschi per aggregarsi con un’altra banca. E in questo senso non si può non andare a parare sulle banche popolari. “Più volte le maggiori banche popolari hanno dovuto smentire la speculazione di Borsa che immaginava nuove aggregazioni con il Monte dei Paschi ma la lingua batte dove il dente vuole. E, Siena o non Siena, le Popolari o le ex Popolari saranno al centro del nuovo riassetto bancario”, scrive il giornalista su firstonline.info. In ogni caso bisognerà prima risolvere lo stallo politico che non consente di riuscire a formare un Governo. Difficile, infatti, che un’eventuale aggregazione di Mps possa esserci con ancora Padoan in via XX settembre.
LE AZIONI POTREBBERO ARRIVARE ANCHE A 9 EURO
Mps in Borsa cede il 2%, tornando sotto quota 2,8 euro ad azione. Rispondendo alla domanda di un azionista di Montepaschi in cerca di consigli sull’opportunità o meno di mediare i titoli in portafoglio, Carmelo Catalano, con l’opportuna specificazione sul fatto che non si tratta di un consiglio di investimento, sulla pagine di finanzareport.it ha spiegato che la banca toscana riuscirà centrare l’obiettivo di ridurre i costi operativi prevista nel piano. Resta da capire però se potrà far crescere i ricavi e ridurre il costo del credito. Se centrasse in pieno questi obiettivi, le azioni potrebbero arrivare anche a 9 euro. E realizzandoli in parte si potrebbe anche arrivare a 4,5 euro. Dunque, “conviene acquistare l’azione Mps se si ritiene probabile che Mps centri anche parzialmente gli obiettivi del piano industriale”.
LE PAROLE DI GIUSEPPE BIVONA
Uno dei problemi con cui Mps deve fare i conti riguarda le cause avviate da vecchi azionisti, il cui ammontare sfiora i 2 miliardi di euro. Cifra che, secondo Giuseppe Bivona, sarebbe destinata ad aumentare, con un duplice effetto negativo per la banca toscana. Il primo, ha spiegato il fondatore di Bluebell Partners ad Affari & Finanza, l’inserto settimanale di Repubblica, riguarda le possibilità che Montepaschi possa essere acquistata da un’altra banca: “un compratore non accetterebbe di accollarsi un rischio del genere”, ha evidenziato Bivona. In effetti il rischio di dover pagare per errori altrui potrebbe essere un deterrente a un’operazione di acquisizione, soprattuto quando si parla di cifre così alte. Di conseguenza – secondo effetto negativo -, diminuisce “la probabilità che la banca possa essere privatizzata e lo Stato uscire entro il 2021, come concordato con l’Europa”.
Va ricordato che Bluebell ha intenzione, nella prossima assemblea del 12 aprile, di chiedere di mettere ai voti un’azione di responsabilità nei confronti degli ex vertici della banca, e di Ernst&Young, Deutsche Bank e Nomura, per operazioni di finanza strutturata su derivati, quando nel bilancio della banca venivano iscritte come titoli di stato. Bivona ha dato anche un giudizio sulla situazione attuale della banca: “Guardando i risultati del 2017, la situazione appare davvero complessa. La qualità del credito resta inferiore alla media del sistema bancario ma, soprattutto, la banca ha un enorme problema di ricavi commerciali, scesi di circa un miliardo soltanto nello scorso esercizio”.