Prosegue la battaglia tra Elliott Management e Vivendi su Telecom Italia. Il Fondo di investimento americano ha aumentato la sua quota portandola all’8,8%, con una posizione lunga complessiva intorno al 13% e ha fatto sapere di ritenere che un board indipendente potrebbe far raddoppiare il valore delle azioni di Tim in soli due anni. Si sa che uno dei punti su cui Elliott punta per ottenere questo risultato è lo scorporo della rete. E su questo tema ritiene che il valore dell’infrastruttura sia compreso tra i 10 e i 25 miliardi di euro, a seconda delle diverse metodologie di calcolo applicate. Quella che fornisce il valore più alto prende ad esempio altre infrastrutture italiane, come quelle di Snam, Terna e Italgas. Un’altra tappa del piano di Elliott prevede la conversione delle azioni risparmio in ordinarie, che, secondo gli americani, porterebbe dei vantaggi a tutti i soci di Telecom Italia.
TELECOM ITALIA, CALENDA SPIEGA LA SCELTA DEL GOVERNO
Carlo Calenda è dovuto tornare via Twitter a dare chiarimentI sulla posizione del Governo italiano riguardo la vicenda Telecom Italia e l’intervento di Cassa depositi e prestiti. Il ministro dello Sviluppo economico ha infatti spiegato che non c’è alcuna questione di italianità dell’impresa da difendere, anche perché Elliott è americana. Il punto è che lo Stato non sta prendendo il controllo di Telecom, ma il Governo ritiene “che una rete unica separata e neutrale corrisponda all’interesse generale. Pensiamo che un modello public company sia preferibile a un controllo che ha mostrato limiti”. Calenda ha sottolineato anche di non aver posto “il problema della ‘proprietà’ della rete, ma di una governance e una struttura societaria che ne tutelino l’indipendenza”.
TELECOM ITALIA, LA DECISIONE DI ASSOGESTIONI
Intanto Assogestioni ha deciso di non presentare una propria lista di candidati per l’elezione dei componenti del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Questa potrebbe essere letta come una mossa a favore di Elliott, anche se sarà importante vedere se ci sarà una presa di posizione ufficiale. Un po’ come quella del proxy advisor Glass Lewis, che ha chiesto ai fondi internazionali azionisti di Tim di appoggiare Elliott, in quanto le sue proposte “offrono l’opportunità di sfrattare gli amministratori che servono chiaramente gli interessi di Vivendi, sostituendoli con nuovi candidati indipendenti che portano esperienza e competenza chiaramente pertinenti all’ambito operativo e alla strategia di Telecom Italia”. Sarà interessante a questo punto vedere quale sarà la strategia che adotterà Vivendi per cercare di rispondere a questa sorta di “assedio”.