Il Ministro Giovanni Tria l’ha ribadito in una intervista preliminare alla sua missione diplomatica in quel di Shanghai, in Cina, assieme a una delegazione tricolore formata da altri sei membri, proprio per mettere a tacere le speculazioni alla vigilia di incontri strategici: il titolare del Mef non è nell’est asiatico per provare a piazzare o svendere Btp italiani al fine di assorbire parte del debito nostrano e soprattutto in vista della fine del “Quantitative easing” da parte della Bce di Mario Draghi: “Siamo qui per rafforzare i rapporti economici tra i due Paesi, non certo per cercare compratori…” ha detto Tria in una intervista radiofonica, spiegando che il Governo italiano non ha questo problema e che gli investitori cinesi, al pari di tutti gli altri valuteranno da loro se acquistare o meno i titoli di Stato italiani. Invece, sulla cosiddetta Via della Seta, o “One Belt Road”, una delle opere più ambiziose avviate per il futuro dal Governo di Pechino, Tria ha messo che si tratta di una “iniziativa di grande trasformazione per tutte le aree del mondo” e che quindi anche l’Italia la accoglie con interesse dato che per il Bel Paese rappresenta pure “una opportunità da cogliere a tutti i livelli”. (agg. di R. G. Flore)
“QUI NON PER CERCARE COMPRATORI”
Comincia oggi la missione in Cina del ministro dell’Economia Giovanni Tria. Pechino e Shanghai sono le tappe del viaggio con il quale intende intensificare le relazioni economiche, finanziarie e commerciali e consolidare i rapporti tra Italia e Cina. I legami tra Roma e Pechino sono sempre più importanti non solo per le partecipazioni cinesi in settori strategici e per i numerosi investimenti nel settore industriale, ma anche in virtù dell’aumento degli scambi. L’anno scorso l’interscambio tra Italia e Cina è salito a quota 49 miliardi di dollari e il deficit commerciale italiano nei confronti della Cina si è ridotto scendendo a quota 9 miliardi di dollari. Dal canto suo Tria ha un legame particolare con la Cina, soprattutto con il mondo accademico cinese. È stato visiting scholar all’Università di Pechino, uno degli atenei cinesi più prestigiosi, e nell’aprile scorso si è recato in Cina per il lancio del Sino-European Research Center in Finance and Economic Development, realizzato in collaborazione tra la Capital University of Finance and Economic di Pechino, e l’università di Tor Vergata, nella veste di preside della Facoltà di Economia dell’ateneo romano. (agg. di Silvana Palazzo)
“PROTEZIONISMO DANNOSO”
La prima missione fuori dall’Unione Europea per Giovanni Tria, Ministro dell’Economia del Governo Conte, è stata l’occasione per il diretto interessato di fare chiarezza sul fatto che questo impegno diplomatico in Cina, e che presto lo vedrà fare tappa a Shanghai assieme a una delegazione italiana composta da altre sei persone, non è assolutamente volta a cercare degli acquirenti del debito pubblico nostrano tra i partner esteri. Il titolare del dicastero dell’Economia ha rivelato nel corso di una intervista radiofonica che la missione avrà l’obiettivo di rinsaldare e stringere nuovi accordi con i Paesi asiatici, sviluppando nuove sinergie e di fatto smentendo i “rumors” della stampa italiana che parlava di una possibile ricerca, da parte del titolare del Mef, di acquirenti del debito sovrano. Nella suddetta intervista, ad ogni modo, Tria ha pure espresso solidarietà alla Cina nella querelle sulla guerra dei dazi con gli Stati Uniti e sul protezionismo che, a suo giudizio, “sicuramente porterà danni all’Italia”: da qui la necessità di sviluppare nuovi rapporti con i partner dell’est e “rafforzare il libero scambio”, specialmente in considerazione del fatto che l’Italia è il secondo Paese manifatturiero in Europa e vive di esportazioni. (agg. di R. G. Flore)
“IL GIUDIZIO DEGLI INVESTITORI ESTERI SI RAFFORZERA'”
L’Italia non cerca acquirenti del debito pubblico: a dirlo è il ministro dell’Economia Giovanni Tria, che oggi inizia la sua visita in Cina. In un’intervista a China Radio International ha spiegato che la tesi della Cina come nuovo investitore del debito italiano non corrisponde al suo pensiero. «Obiettivo della missione è rafforzare i rapporti economici tra i due Paesi, non certo cercare compratori per i titoli del debito pubblico». L’Italia dunque non ha questo problema. «Gli investitori cinesi valuteranno se acquistare i titoli italiani, esattamente come gli investitori di altri paesi o italiani». E chi lo ha fatto finora non si è pentito, afferma Tria. «Sono fiducioso che il giudizio positivo sulla stabilità finanziaria dell’Italia si rafforzerà nel momento in cui si concretizzerà la politica di bilancio del governo italiano». Nella sua visita avrà incontri istituzionali con il ministro delle Finanze Liu Kun e il governatore della People’s Bank of China e molti altri rappresentanti delle autorità finanziarie e monetarie cinesi.
“ITALIA NON CERCA ACQUIRENTI DEL DEBITO PUBBLICO”
Nell’intervista rilasciata a China Radio International il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha ricordato come negli ultimi anni «i rapporti di collaborazione e commerciali si sono intensificati» tra Italia e Cina. Tria ha spiegato la visita del presidente Mattarella dello scorso anno «ha dato nuovo impulso al dialogo» e la missione dell’attuale governo «è in continuazione ideale con essa». I recenti progressi registrati nell’economia cinese possono generare ulteriori opportunità. Sono in crescita gli scambi commerciali e c’è «ampio spazio per aumentare gli scambi nei campi culturale, dell’istruzione e della ricerca scientifica». Il ministro dell’Economia ha parlato anche delle politiche protezioniste che non giovano all’economia e danneggiano tutti i paesi coinvolti. «È bene quindi sviluppare un dialogo che consenta di superare ogni incomprensione e rafforzare il libero scambio», ha commentato Tria in merito alla politica protezionistica americana e sulle tensioni commerciali Usa-Cina.