Cosa scatenò l’ira di Dio nel giardino dell’Eden? Il furto della mela, ovviamente, che condannò l’umanità alla vita piena di fatiche e dolori sulla Terra. Padre croato e madre egiziana, Rancore, vero nome Tarek Iurcich, esempio del nuovo multiculturalismo italiano, è una figura storica del rap più vero e sincero, non quello che va di moda oggi, ma quello che pesca nella autentica emarginazione e nei ghetti. La sua musica, definita da egli stesso “rap ermetico”, e la profondità dei suoi testi ha attirato ampi consensi da parte della critica specializzata, che lo coronano come uno dei migliori rapper nell’hip hop italiano. Torna a Sanremo dopo che l’anno scorso era stato ospite di Daniele Silvestri con una canzone, Eden, fortemente impegnata, dove la mela è il simbolo di tutti i disastri e le tragedie del mondo moderno, dall’11 settembre alle guerre in Siria e Iraq: Questo è un codice, codice/ Senti alla fine è solo un codice, codice/ Senti le rime è solo un codice, codice/ Su queste linee solo un codice/ L’11 settembre ti ho riconosciuto/ Tu quando dici, grande mela è un codice muto/ Tu vuoi nemici, sempre, se la strega è in Iraq/ Biancaneve è con i sette nani e dorme in Siria/ Passo ma non chiudo!”.
Eden, Rancore: testo e analisi. Mela simbolo del tradimento e delle ingiustizie?
In realtà il brano è, nel suo stile, molto ermetico. Non si capisce infatti se la mela è il frutto del tradimento o quello che ci permette la vera conoscenza, Rancore rimane enigmatico e lancia “codici” e messaggi: Noi stacchiamo la coscienza e mordiamo la terra/ Tanto siamo sempre ospiti in qualunque nazione/ Chi si limita alla logica è vero che dopo libera la vipera alla base del melo/ Che vuole…/ Quante favole racconti che sappiamo già tutti/ Ogni mela che regali porta un’intuizione/ Nonostante questa mela è in mezzo ai falsi frutti è una finzione/ E ora il pianeta terra chiama destinazione/ Nuovo aggiornamento, nuova simulazione/ Come l’Eden. La grande mela è New York, la mela è al centro delle vicende di Biancaneve, la leggenda narra che proprio grazie a una mela Isaac Newton abbia formulato la sua teoria sulla forza di gravità sulla Terra. Viene citato il giudizio di Paride che, secondo la mitologia greca, donò una mela d’oro alla più bella delle dee, il proverbiale “pomo della discordia” tra le cause della guerra di Troia. Sono innumerevoli i riferimenti che ricchi si snodano nel testo: dalla mela verde raffigurata nel dipinto “Il figlio dell’uomo” di René Magritte, la leggenda di Guglielmo Tell a colpire una mela posta sul capo del figlio, per mancato rispetto all’autorità. Se ogni scelta crea ciò che siamo/ Che faremo della mela attaccata al ramo?/ Se tu fossi qui/ Cosa ti direi/ C’è una regola/ Sola/ Nel regno umano/ Non guardare mai giù se/ precipitiamo/ Se precipitiamo.