Quando sono i bambini e gli adolescenti a descrivere la realtà, raccontando in particolare l’esperienza che vivono con i nonni, l’idea consolidata di un’odierna società caratterizzata prevalentemente da relazioni fluide, inconsistenti, sempre più fragili persino all’interno dei contesti familiari, sembra dissolversi. È stata questa la prima constatazione affiorata nell’ambito della premiazione del concorso scolastico nazionale 2024-2025 Io e i miei nonni: esperienze e riflessioni svolta ad Agrigento lo scorso 14 maggio per iniziativa della Federazione Nazionale Pensionati CISL della Regione Siciliana e dall’Associazione Nonni 2.0.
Nella varietà di situazioni descritte dai partecipanti attraverso racconti, poesie, lettere, sono affiorati sentimenti spontanei di affetto e gratitudine per i nonni, figure di riferimento importanti, che regalano momenti di gioia dedicando tempo e attenzione ai nipoti in una compagnia ricca di gesti, dialoghi, ore trascorse cucinando piatti saporiti o raccontando “tante cose belle”, come le ha definite Letizia Stefanini, 7 anni, di Legnano.
I ragazzi hanno espresso in parole semplici l’importanza di un legame profondo che a volte ha fatto loro scoprire anche il senso del limite, della fragilità e della morte. Francesca Filocamo (di una scuola media di Palermo) in una poesia esprime il suo dolore pacificato spiegando che l’assenza dei nonni scomparsi non rende “vuoti” i suoi occhi che sono invece “pieni di vita e di ricordi” in quanto riflettono un amore ricevuto e donato che resiste nel tempo.
Meraviglia questo tratto comune pur nel variare di età e contesti degli autori: nelle narrazioni più diverse i nonni non sono mai insignificanti e marginali nel vissuto dei nipoti. Del resto il poeta Davide Rondoni, presidente della giuria, ha sottolineato l’unicità dell’esperienza emersa che dimostra “al contrario di quanto dicono sociologi, giornalisti e politici, che la nostra società non è liquida. Anzi, è ben fissata su alcuni affetti di fondo che non vengono meno… Alcuni rapporti, tutt’altro che liquidi, sono fondamentali, ad esempio il rapporto fra nipoti e nonni”.
Dall’esperienza reale dei nipoti emerge in effetti una percezione della vecchiaia come vitale e significativa, in controtendenza con l’irrilevanza che il nostro tempo tende a rimarcare e che il cardinale Angelo Scola nel suo recente libro Nell’attesa di un nuovo inizio riconosce nell’attuale “scomparsa del binomio vecchiaia-saggezza che ci ha accompagnato per molti secoli”.
Il segnale in controtendenza non è certo sfuggito ai relatori della tavola rotonda – realizzata nel contesto della premiazione – intitolata L’alleanza fra generazioni: anziani protagonisti del futuro. Sulla tematica condivisa e approfondita grazie alla sinergia maturata fra il sindacato CISL e l’associazione dei Nonni, sono intervenuti Carmela Petralia, segretaria CISL agrigentina, Rosaria Aquilone, segretaria FNP Sicilia, Peppino Zola, presidente Nonni 2.0 e mons. Alessandro Damiano, arcivescovo metropolita di Agrigento.
Fra le numerose questioni concrete e di grande attualità sono stati messe a fuoco le problematiche del mondo del lavoro nel quale lo scambio fra giovani e anziani, profondamente mutato con l’avvento delle tecnologie più avanzate, impone un nuovo affronto che coinvolga e mobiliti tutte le generazioni e le diverse fasi della vita; fra le urgenze è stata posta anche la questione della previdenza da affrontare per tempo con misure che, nell’ottica di un’alleanza intergenerazionale, possano contrastare il pericolo di una guerra fra le generazioni; inoltre fra gli obiettivi prioritari è stata segnalata l’emergenza educativa, nell’auspicabile prospettiva di rifondare il rapporto fra scuola e famiglia e fra genitori e nonni, a partire dall’articolo 30 della Costituzione del tutto dimenticato.
Infine monsignor Damiano ha messo in luce la famiglia, ambito che accoglie in sé tutte le dinamiche generative facilitando le reciproche relazioni, dato che “lì prende corpo la figura del genitore, del figlio, del nonno e del nipote… C’è una relazione familiare salda, ben tessuta. C’è un tessuto che tiene insieme la tessitura, la tessitura familiare”. Le sue parole hanno evocato una realtà concreta, misconosciuta da chi vorrebbe una società liquida, senza relazioni importanti, definitive, indistruttibili.
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