Dopo giorni di incertezza, ieri il governo sembra essersi definitivamente impegnato in aula a non intervenire sulle scuole paritarie, mantenendo gli impegni elettorali, e rispettando quello che è lo stanziamento storico agli istituti non statali. «Se esiste un problema di insufficienza complessiva di finanziamento – ha detto in aula il sottosegretario al ministero dell’Economia Giuseppe Vegas – il governo è disponibilissimo a rivederla implementandola per la cifra che sarà necessaria entro l’anno, in modo che l’anno prossimo le scuole possano agire a regime». Parole positive secondo Gabriele Toccafondi, deputato Pdl e primo firmatario di un emendamento per il reintegro dei fondi alle scuole paritarie.
Onorevole Toccafondi, non c’è solo il problema dei fondi per il 2009: in aula si è parlato anche di un problema per il 2008, che verrà risolto «in via amministrativa». Cosa significa?
C’è una sentenza della Corte Costituzionale che incide pesantemente sui contributi alle scuole non statali, una sentenza di quest’anno, che rischiava di mettere a repentaglio anche i fondi sul 2008. Ora possiamo dire di aver avuto la certezza che i fondi del 2008 invece non corrono rischio, perché ci sarà un’interpretazione attenta della sentenza, che andrà in direzione della salvaguardia degli stanziamenti previsti. E questa è una prima certezza importante.
Poi c’è il problema per il 2009: nella bozza della Finanziaria erano previsti dei tagli consistenti. Cos’è cambiato?
Per il 2009 effettivamente il problema riguarda numeri che sono stati scritti, e non solo l’interpretazione di una sentenza. Su questo aspetto la preoccupazione mia e di un gruppo di altri parlamentari del Pdl è stata forte. Non si tratta di una preoccupazione nata ieri, come invece accade per il Pd che solo in questi giorni ha dimostrato un improvviso interesse per questo argomento, per cavalcarlo in modo pretestuoso quale occasione per alzare un po’ la voce contro il governo. Noi invece su questo argomento stiamo lavorando da oltre un mese. E il governo ci è venuto incontro, perché in aula è intervenuto più volte prendendo un impegno chiaro, l’impegno cioè di reintegrare il fondo entro la fine dell’anno, e reintegrarlo con fondi appropriati.
Cioè?
Il nostro emendamento, per trovare la copertura finanziaria utile al reintegro dei fondi alle scuole paritarie, andava ad incidere su spese già previste da altri ministeri. Ora invece abbiamo avuto la certezza che i soldi verranno trovati senza andare ad incidere su altri ministeri. Quindi trovo che questa sia, nel merito, una novità positiva. Il governo si è impegnato più volte in aula a trovare la copertura, e a farlo, e in maniera meno affannosa, anche negli anni successivi.
Quindi la responsabilità di trovare la copertura per i fondi alle scuole paritarie è in un certo senso problema totalmente interno al ministero dell’Istruzione?
Quanto detto oggi in aula dal sottosegretario Vegas è una sorta di comunicazione tra ministeri. Il ministero dell’Economia è come si dicesse: “non è colpa nostra se sono previsti tagli alle paritarie, perché con la legge 133 i tagli non sono più lineari. Ogni ministero deve in piena autonomia fare dei tagli per un complessivo di una certa cifra: ma all’interno del complessivo, ogni ministero fa le scelte che vuole”. Quindi ne consegue che la scelta del taglio è stata una scelta discrezionale del ministero competente; io l’ho letta così, ma non mi pare ci possano essere letture differenti. Quindi questo – e lo si dice senza recriminazione ulteriore – deve servire come indicazione anche per gli anni successivi. Il nostro governo prevede nel suo programma la totale parità scolastica, quindi è assurdo pensare di poter tagliare proprio su questo.
Sembra però un po’ strano sentire parlare di “totale parità”, quando addirittura si deve lottare per mantenere il fondo storico…
Eppure paradossalmente quanto accaduto in questi giorni può essere l’occasione proprio per rilanciare in maniera ancor più forte questo tema. Proprio per questo giovedì verrà discusso e votato un nostro ordine del giorno, che, oltre a chiedere i fondi per le scuole non statali, chiede anche un’altra cosa essenziale, vale a dire la piena e totale parità scolastica. Non si tratta dunque solo del reintegro dei fondi: ma di arrivare entro la legislatura alla vera parità scolastica, e alla totale libertà di scelta per le famiglie. Da una nota negativa può nascere dunque un percorso positivo. È fondamentale infatti non porre il tema della parità solo a breve termine, limitandosi al reintegro dei fondi (che pure è necessario, e deve essere integrale): ma rilanciare integralmente l’applicazione della parità scolastica. La novità positiva è che mai come in questi giorni si è tornato a parlare del problema di fondo. E l’ordine del giorno di giovedì è veramente una novità positiva i questo senso.