Alla Commissione Cultura della Camera sono in atto le audizioni delle organizzazioni sindacali e delle associazioni sul ddl presentato dalla presidente on. Valentina Aprea in cui, fra l’altro, si prospetta una nuova governance sulla scuola che veda i genitori reali protagonisti, effettivamente corresponsabili nella scuola.
Perché genitori protagonisti?
Lo afferma la nostra Costituzione all’art. 30 (“È diritto e dovere dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli…”).
Per l’esercizio effettivo di questo diritto/dovere, occorre però creare le condizioni adeguate all’
Attuale situazione per quanto riguarda:
Le decisioni sulla scelta della scuola per i figli (es.: valutazione esterna delle scuole; dote
Scolastica);
Le responsabilità di ‘governance’ legate ad una piena realizzazione dell’autonomia
Scolastica;
I tempi della famiglia (es. : permessi parentali per seguire l’impegno scolastico dei figli).
Invece il modello di sistema educativo scolastico costruito in Italia a partir dall’Ottocento prevede un ruolo prioritario dello Stato non solo come garante nell’assicurare il servizio scolastico a tutti i cittadini ma come unico responsabile del tipo di risposta da assicurare (ordinamenti, formazione e reclutamento degli insegnanti ecc.). I genitori in tale sistema sono espropriati così dell’esercizio della propria responsabilità e vengono ridotti al ruolo di semplici fruitori di un servizio di cui al massimo possono lamentarsi. Non c’è da meravigliarsi se i genitori, privati di gran parte della possibilità di esercitare la loro funzione di educatori, oramai da più generazioni, si trovino impreparati al loro compito. L’emergenza educativa cui ci troviamo di fronte non dipende solo dall’incapacità delle scuole, anzi, l’incapacità delle scuole dipende dall’incapacità dei genitori di rendersi conto fino in fondo della loro funzione educativa e di esprimere le loro vere esigenze nei confronti delle scuole. Si tratta di un vero e proprio sottosviluppo culturale.
E’ soprattutto per questo che, come accade in molti paesi stranieri, occorre anche in Italia ripensare radicalmente la governance della scuola, per esempio affidando ai suoi genitori l’elezione di un consiglio di amministrazione che governi scuole realmente autonome (scelta degli insegnanti, gestione completa della dotazione economica, adozione dello statuto, ecc.). Al consiglio di amministrazione così eletto dovrebbe poi spettare la scelta del dirigente scolastico e la verifica del suo operato.
Quale autonomia?
Si parla molto di autonomia ma non si affronta mai il problema cruciale. In ultima istanza a chi rispondono le scuole autonome? Nonostante il tanto parlare di autonomia, le scuole oggi rispondono in ultima istanza alla burocrazia ministeriale e quindi non sono affatto autonome. E’ l’ennesima operazione gattopardesca.
Dare questo potere ai genitori significherebbe da una parte chiedere a chi è naturalmente interessato all’educazione dei giovani di impegnarsi nel suo compito e d’altra parte permetterebbe una chiarificazione dei ruoli e dei compiti degli attuali soggetti del processo scolastico: genitori, dirigenti ed insegnanti.
Ai genitori spetterebbe, attraverso l’elezione del consiglio di amministrazione delle scuole autonome, l’esercizio di un potere di indirizzo della scuola, mentre al dirigente ed agli insegnanti il compito di definirne l’attività propriamente didattica, concretamente e coerentemente agli indirizzi espressi.
Certo si potrebbe obiettare che i genitori non sono pronti a svolgere responsabilmente il loro diritto-dovere. E’ proprio per questo che bisogna che eleggano il consiglio di amministrazione delle scuole dei loro figli. Si rinnoverebbe la stagione degli ultimi anni settanta quando entrarono in funzione i primi organi collegiali, con il vantaggio che la fine delle ideologie permetterebbe un dibattito più centrato sulla funzione educatrice e di istruzione della scuola.
Anche sull’esempio di quanto avviene in altri paesi, è solo attraverso condizioni di governance che diano ai genitori un reale potere che li si riavvicina alla scuola e si fa maturare la loro responsabilità.
Le nuove condizioni di governance non esauriscono poi il problema. È solo il primo passo per la realizzazione di una reale partnership fra insegnanti e genitori in merito alla comune responsabilità educativa, da esercitare con responsabilità e funzioni diverse, ma perseguendo un unico scopo: l’educazione delle giovani generazioni.