Grazie a uno studio sulla distribuzione dei redditi degli iscritti sono stati ridotti i contributi per le famiglie con reddito medio e aumentati quelli per le famiglie più agiate. La miniriforma è stata concordata con gli studenti. Circa 500mila euro in più per finanziare borse di studio e per incentivare i corsi di laurea scientifici e i dottorati di ricerca. Fra le novità anche una smart card per gli studenti.
“Doppio reddito dei genitori, casa di proprietà e un figlio a carico”. È la fotografia di una situazione economica molto frequente fra le famiglie che mantengono un figlio all’università. Può sembrare una condizione di benessere ma, a conti fatti, in Lombardia, dove il costo della vita è sicuramente elevato rispetto ad altre aree del paese, corrisponde a un tenore di vita medio.
Partendo da queste considerazioni l’Università di Milano-Bicocca ha messo mano a una “riforma” fiscale delle fasce di reddito attraverso le quali è organizzata la contribuzione degli studenti universitari nel segno di una più razionale progressività del prelievo. Tra gli aspetti più interessanti c’è sicuramente l’iter che ha portato all’approvazione della riforma. Dopo uno studio condotto dal professor Ugo Arrigo sulle dichiarazioni Iseeu presentate ai Caaf negli ultimi anni, le modifiche agli scaglioni di reddito e alle relative aliquote sono state infatti negoziate con i rappresentanti degli studenti in Consiglio di amministrazione e in Senato Accademico prima di procedere all’approvazione. Tra i vantaggi per gli studenti un significativo aumento delle borse di studio finanziate dall’Ateneo, che passano da 300 a 420 all’anno, incentivi per l’iscrizione ai corsi di laurea scientifici (le cosiddette lauree dure o panda) e un contributo alloggio per i dottorandi che risiedono fuori regione. Sono allo studio anche agevolazioni sull’acquisto di abbonamenti per il trasporto con i mezzi pubblici a favore dei dottorandi di ricerca.
«In un periodo con problemi gravi di finanza pubblica e ridimensionamento dei fondi statali per gli atenei pubblici – dice il professor Arrigo – la riforma dell’Università di Milano-Bicocca aumenta il contributo che gli studenti con redditi più alti forniscono ai costi di funzionamento dell’Ateneo e, allo stesso tempo, permette di reinvestire più risorse nel sostegno degli studenti più meritevoli e che hanno più bisogno. In quest’ottica, gli studenti che si trovano in fascia massima di contribuzione non gravano sui finanziamenti pubblici ma pagano sostanzialmente per intero i costi che l’Ateneo sostiene per la loro formazione».
Fasce e aliquote
L’apertura delle immatricolazioni per l’anno accademico 2009/2010, che è ormai alle porte (15 luglio), coinciderà quindi con alcune sostanziali novità. Vediamo quali.
La situazione attuale prevede che gli studenti con un indicatore Iseeu (è l’indicatore di reddito/patrimonio della famiglia, reso equivalente ad una famiglia monocomponente, che gli studenti compilano e presentano all’università attraverso i Centri di assistenza fiscale) fino a 14mila euro pagano unicamente la prima rata (635 euro), con l’eccezione degli studenti dei corsi di laurea scientifici e medici per i quali la seconda rata non supera gli 81 euro); quelli con un indicatore Iseeu superiore a 79mila euro pagano l’importo massimo di seconda rata previsto per l’area cui il corso di laurea appartiene.
In mezzo ci sono due scaglioni contributivi. Il primo, da 14mila a 30mila euro è stato ampliato fino a 35mila euro, mantenendo però inalterata l’ aliquota che resta fissata al 2.8 per cento. Il secondova ora da 35mila euro acirca 79mila, tetto oltre il quale si paga il contributo massimo. L’aliquota applicata su questo scaglione è stata aumentata dal 3.6 al 4 per cento.
L’ultima novità introdotta dalla riforma targata Bicocca riguarda proprio i contributi massimi, cioè il pagamento più alto previsto per i valori Iseeu oltre i 79mila euro (i quali sono tuttavia raggiunti da una famiglia di tre persone che abbia un reddito complessivo oltre 158mila euro). I “tetti” sono stati aumentati di 300 euro per i corsi di studio dell’’Area A (corsi di studio delle facoltà di Giurisprudenza, Economia, Scienze Statistiche, Sociologia, Psicologia, Scienze della Formazione) da 2.300 a 2.600 euro; di 360 euro per l’Area B (corsi di studio della facoltà di Scienze MMFFNN, lauree triennali e specialistiche dell’area sanitaria e corso di laurea in Teoria e Tecnologia della Comunicazione) da 2.760 a 3.120 euro; di 390 euro per l’Area C (corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia (vecchio ordinamento), corsi di laurea specialistica a ciclo unico della Facoltà di Medicina e Chirurgia) da 2.990 a 3.380 euro.
«Con 30mila euro di reddito Iseeu – dice il direttore amministrativo dell’Università di Milano-Bicocca, Candeloro Bellantoni – non siamo certo di fronte a nuclei familiari “ricchi”; magari possono essere considerati appena benestanti. In Lombardia e, in modo particolare, a Milano a far lievitare l’Iseeu è il valore della casa di proprietà che spesso è elevato. D’altro canto, queste famiglie quasi sempre hanno anche un mutuo da pagare. Siamo partiti proprio da queste considerazioni per rivalutare, sulla base dei dati storici in nostro possesso ma anche sulla base di un dialogo con i rappresentanti degli studenti che ci hanno appoggiati, la riorganizzazione del nostro sistema contributivo. Ritengo molto importante il risultato che abbiamo raggiunto perché siamo riusciti a trovare, in un momento di ristrettezza dei contributi pubblici, nuove risorse da reinvestire proprio a favore degli studenti».
Borse di studio e incentivi
Con i 500mila euro di maggiori entrate garantite dalla riforma saranno finanziate tre diverse iniziative.
Lauree Scientifiche. A beneficiare della riforma saranno anche i corsi di laurea della facoltà di Scienze. Proprio quei corsi ai quali gli studenti si iscrivono meno volentieri perché intimoriti dalle difficoltà di studio. Anche se, come dicono le statistiche, sono tra le lauree che garantiscono un più veloce ingresso nel mercato del lavoro. Il ministero dell’Università negli anni passati ha incentivato l’iscrizione a questi corsi di laurea (conosciuti anche come lauree “Panda”) rimborsando una parte della rata. Ora, però, non è chiaro se l’iniziativa sarà rifinanziata. Per gli studenti che si iscriveranno ai corsi della facoltà di Scienze l’Ateneo mette a disposizione 200mila euro che saranno erogati a parziale rimborso del costo di iscrizione.
Borse di studio. Altri 200mila euro saranno destinati al finanziamento a regime di 120 borse di studio annuali in più rispetto alle trecento già erogate dall’Ateneo. Il criterio adottato, che di fatto allarga la platea dei beneficiari, prevede che i destinatari di queste borse siano gli studenti capaci e meritevoli con un reddito Iseeu fino a 35mila euro.
Dottorandi fuori regione. 100mila euro, infine, saranno utilizzati come contributo “alloggio”, da spendere in un pensionato universitario, per i dottorandi di ricerca che provengono da fuori regione o dalle province di Sondrio, Mantova e Cremona.
Una smart card per gli studenti
Fra le altre novità che interesseranno gli studenti in arrivo il prossimo anno accademico, anche una smart card emessa in collaborazione con la Banca Popolare di Sondrio, che dell’Ateneo è l’istituto cassiere, e che sostituirà il tradizionale badge.
La “smart card” potrà essere infatti utilizzata sia come badge di identificazione “a vista” per gli studenti, sia per abilitare o disabilitare automaticamente l’accesso fisico a laboratori, mense, pensionati universitari, biblioteche, aule, parcheggi, strutture sportive, aree riservate, convegni ed eventi, l’accesso logico a Internet o ai servizi on line che saranno messi a disposizione dall’Università, la registrazione della presenza di uno studente ad un esame, alle lezioni universitarie, ad un corso di specializzazione o ad un seminario. La nuova carta, inoltre, se lo studente lo desidera potrà essere attivata come carta di pagamento ricaricabile utilizzabile in due modalità: pagamento tradizionale (“a contatto”) nei negozi e per gli acquisti su Internet e per i pagamenti contactless nei negozi e in tutti gli esercizi commerciali convenzionati.