Il Sussidiario pubblica una selezione di “tesine” presentate da alcuni studenti all’esame di maturità. La tesina, disponibile con link a lato testo, è introdotta da un breve articolo, in forma di lettera al direttore, in cui l’autore spiega il progetto, la storia, le motivazioni del suo lavoro. Gli studenti che volessero inviare la propria tesina possono farlo scrivendo a redazione@ilsussidiario.net
Caro Direttore,
Ho deciso di impegnarmi davvero nella stesura della tesina solo dopo l’incontro con don Julián Carrón, il 16 maggio, quando all’entrata di tutti noi studenti risuonavano nella sala le note della Sinfonia n. 3 “Eroica” op. 55 in mi bemolle maggiore di Beethoven.
Questa composizione, che già conoscevo, ha risvegliato in me il desiderio di vivere alla grande, da eroe appunto, la fatica della maturità (due giorni dopo l’incontro avremmo avuto la simulazione della terza prova); finalmente avevo capito che la tesina poteva essere un’occasione per me, non da subire, ma da sfruttare per far emergere ciò che più mi sta a cuore.
Ho deciso così di partire da questa Sinfonia per indagare la figura dell’eroe, già analizzata e descritta da molti punti di vista nel corso dei secoli, attraverso l’arte, la letteratura e la poesia, come immagine ideale o idealizzata di grandi uomini, che con le loro azioni o creazioni hanno cambiato il mondo e la storia.
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L’elaborato prende in considerazione solo alcune figure di eroi, quelle che ho ritenuto più significative (sono figure per lo più letterarie). Nel mondo odierno non è forse più proponibile un modello aristocratico di eroe come ad esempio quello greco, teso alla realizzazione di sé in battaglie reali o figurate, ma piuttosto, come ha suggerito Giovanni Paolo II commemorando il quindicesimo centenario della nascita di San Benedetto, una forma di eroismo sulla misura e dall’interno della vita quotidiana, nel segno di un’umanità realizzata perché protesa al significato ultimo della vita. In questo modo, tutti, nel proprio piccolo, possono essere eroi.
Al di là dell’esito positivo dell’esame, è stato fantastico vedere la mia libertà in azione, e vedere come anche i professori siano stati in qualche modo colpiti da questa dinamica, al punto che la prof di francese mi ha chiesto, dopo una domanda su Camus, quale e come sia l’ideale al quale si possa dedicare la vita; non ho potuto fare a meno di rispondere: Qualcuno che ti viene incontro attraverso le circostanze più disparate. Persino attraverso una Sinfonia di Beethoven.
(Matteo Fedeli)