Carissimi amici del Sussidiario,
Commosso dalla testimonianza di Papa Francesco nella sua prima domenica di pontificato vorrei con voi soffermarmi sulla sfida che ha lanciato ad ogni educatore, la sfida sulla misericordia. E’ una domanda che sta tornando insistente in questi giorni, che cosa significhi la misericordia nell’educazione, cosa significhi non stancarsi mai di essere misericordiosi come Dio non si stanca mai con noi. Papa Francesco ci ha insegnato cosa sia l’educazione, che chi educa non si stanca mai di coloro cui si rivolge, ha una pazienza incontenibile, capace di tornare e ritornare sui suoi passi, sa perdonare con grande magnanimitaà, sa stare in rapporto con ognuno, considerando il suo bisogno, rispondendo alle sue domande.
Che l’educazione sia misericordia, è una sfida che mi interessa, la sento del tutto consona alla vita quotidiana, all’impegno con la domanda di uno sguardo di simpatia che vibra tra i giovani, dentro ogni classe, in ogni famiglia. Che cosa significa che l’educazione sia misericordia e non realizzazione di progetti pedagogici? E’ una domanda che aprono questi primi passi del pontificato di Papa Francesco. Una domanda, cui urge trovare la strada della risposta, una domanda che apre orizzonti nuovi nel rapporto tra le diverse generazioni, una domanda che va al cuore dell’educazione. E la ragione è semplice, è che senza certezza nella positività del cuore umano non c’è educazione. Questa è la novità che da subito ha portato Papa Francesco e che è il punto di forza dell’educazione, il suo sguardo positivo sull’uomo, che lui sa che dell’uomo, del suo cuore ci si può fidare. Qui sta il punto di forza da cui inizia l’educazione, il cuore dell’uomo, misericordia allora è puntare sul cuore, quello che sta facendo Papa Francesco.
Si apre così una nuova strada dell’educazione: mentre da anni si è puntato su progetti più o meno geniali, Papa Francesco propone di cambiare impostazione, propone di costruire poggiando sul cuore, fidandosi della libertà di ogni uomo.
E per puntare sull’uomo bisogna avere una grande umanità, perché’ tutti sconsigliano oggi di fidarsi dell’altro; invece Papa Francesco ci sfida ad educare rischiando tutto sull’uomo, certo della sua positività. Una svolta interessante, che chiede ad ogni educatore un approccio positivo: ogni volta che si entra in rapporto con un giovane la misericordia consiglia di cercare il bene di cui è’capace! Non guardare i suoi limiti e nemmeno analizzare il suo male, ma snidare quel fattore positivo da cui ricostruire, questa è la misericordia, la certezza che nell’altro un bene c’è e che se lo si trova si ricostruisce. E un educatore capace di misericordia se fa esperienza del Dio che è con lui misericordioso!
(Gianni Mereghetti, insegnante)