LINGUE STRANE / La top ten degli idiomi più difficili del mondo

- La Redazione

I ricercatori della Idibon hanno utilizzato un database per comparare tra loro oltre 200 delle quasi 3000 lingue diffuse sul pianeta tramite categorie linguistiche e sintattiche 

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Lo studio approfondito delle lingue e la loro divisione in ceppi e gruppi a seconda della comune origine interessa da sempre i linguisti che si scervellano per poter capire nessi e parentele tra le varie famiglie e circostanze evoluti dei diversi idiomi. Nel corso dei secoli migliaia sono stati gli atlanti linguistici, i vocabolari e saggi dedicati alla materia, ma mai, fino ad ora, si era pensato di inserire nel database di un computer molti idiomi presenti nel mondo per poterli più facilmente comparare tra loro.

L’idea è venuta all’americano Tyler Schnoebelen e i ricercatori della Idibon, una società specializzata nell’analisi linguistica, hanno utilizzato un software per comparare, secondo specifici criteri, 239 delle 2676 lingue censite dall’Atlante Mondiale delle Strutture Linguistiche, confrontandole tra loro in base a 21 caratteristiche-guida, come l’ordine delle parole nella proposizione, i suoni ricorrenti e l’uso della negazione nella struttura sintattica, e stilando una classifica delle più strane del mondo.

Ad esempio, si è notato che la struttura della frase che si snoda in soggetto+verbo+oggetto, rintracciabile nell’italiano e nell’inglese (costruzione SVO), è comune al 35,5% delle lingue del database, e quindi più “normale” rispetto a quella che vuole il verbo all’inizio del discorso, come nel gallese e nell’hawaiano (VSO) o alla fine (SOV), che vengono quindi indicizzate come “meno usuali”. Al primo posto della top ten delle lingue meno “normali”, quindi, troviamo il chalcatongo mixtec, un idioma parlato nella regione di Oaxaca, in Messico, parte di una famiglia di lingue locali ma per molti aspetti svincolato a tutte e quasi impossibile da imparare. È una lingua strana, dal momento che frasi affermative o interrogative sono indistinguibili tra loro e i parlanti sono appena 600.

Medaglia d’argento per il nanets, lingua di una minoranza etnica samoieda stanziata nella Siberia nord-occidentale e terzo posto per il choctaw, linguaggio usato da una tribù di nativi nordamericani stanziati tra Oklahoma, Mississipi e Louisiana. Seguono il diegueño (Mesa Grande), idioma della tribù indiana Kumeyaay in California, l’oromo (Harar), parlato principalmente in Etiopia, il Kutenai, parlato da indigeni stanziati tra Montana e Idaho, l’iraqw, diffuso in Tanzania, il Kongo, parlato in Congo e Angola, l’armeno dell’est e, a sopresa, in chiusura, il tedesco.

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