Le strategie nazionali per la scuola recentemente enunciate nel documento “La Buona Scuola” hanno evidenziato la necessità di potenziare la conoscenza delle lingue straniere, con riferimento prevalente all’inglese, che i giovani italiani continuano a non conoscere sufficientemente. Gli esperti concordano sul fatto che l’apprendimento deve essere precoce, attivando percorsi fin dalla scuola dell’infanzia. Inoltre, si ritiene indispensabile che almeno una parte di ciò che i bambini apprendono debba essere rappresentato direttamente nella lingua straniera inserendo il Clil (Content and Language Integrated Learning). Al momento il Clil è obbligatorio solo nella classe quinta degli istituti tecnici e dei licei, ma tale obbligo dovrebbe essere esteso a partire dalla scuola primaria e in quella secondaria di primo grado per rafforzare l’apprendimento della lingua straniera orizzontalmente tra i diversi indirizzi e verticalmente tra i diversi cicli, cercando di far raggiungere ai ragazzi un apprendimento di livello B2 del quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (Qcer). Questo può essere reso possibile solo attraverso un rafforzamento deciso del piano di formazione dei docenti.
La Provincia Autonoma di Trento, che in materia di istruzione esercita le attribuzioni dello Stato nell’ambito della propria competenza concorrente, nel gennaio 2014 ha individuato, quale asse fondamentale della società del sapere e dell’innovazione, lo sviluppo nella popolazione trentina della conoscenza delle lingue straniere, che deve realizzarsi attraverso un “Piano Straordinario di legislatura per l’apprendimento delle lingue comunitarie – Trentino Trilingue” che coinvolga il sistema scolastico e che si integri con altre azioni, anche per gli adulti, sui settori della cultura, del turismo e dell’informazione. L’obiettivo di questo piano di lavoro, preliminare al formarsi del Piano di sviluppo provinciale per la quindicesima legislatura, è quello di individuare intersettorialmente un insieme di interventi che aumentino il livello di conoscenze linguistiche della popolazione trentina e la capacità dei settori economici di trarne beneficio. Al fine di coordinare le azioni nei diversi ambiti istituzionali è stato costituito un gruppo di lavoro di lavoro interdipartimentale per lo sviluppo del suddetto “Piano straordinario” che ha coinvolto trasversalmente la scuola, i diversi comparti provinciali e la generalità dei cittadini.
Il protocollo di intesa sottoscritto il 17 novembre 2014 tra il presidente della Giunta provinciale Ugo Rossi e il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini rappresenta un ulteriore rafforzamento del piano straordinario Trentino trilingue, riconoscendo implicitamente alla Provincia Autonoma di Trento lo status di regione pilota nell’insegnamento delle lingue straniere. Infatti, la Pat ha avuto il via libera per adottare misure significative, centrate sull’immersione linguistica, ovvero sull’insegnamento di alcune materie del programma scolastico in una lingua straniera, che saranno poi sottoposte al monitoraggio e alla valutazione congiunta di ministero e provincia.
Le misure più significative riguardano i seguenti ambiti di intervento:
Integrare i piani di studio della scuola primaria stabilendo che, gradualmente, dovranno essere previste tre ore settimanali di insegnamento Clil nel primo e secondo anno e cinque ore a partire dal terzo anno, in aggiunta alle 500 ore di lingue straniere curricolari (tedesco e inglese) previste per il quinquennio.
Integrare i piani di studio della scuola secondaria di primo e di secondo grado e della formazione professionale stabilendo che in modo graduale dovrà essere previsto l’insegnamento di una disciplina non linguistica (Dnl) in modalità Clil per almeno il 50% del monte ore annuale.
Proseguire con l’esperienza, unica in Italia, del docente di lingue nella scuola primaria, specificatamente individuato tra coloro che hanno i titoli per insegnare in quest’ordine di scuola e anche adeguate competenze linguistiche. Tale esperienza sarà rafforzata dall’anno scolastico 2015/16 grazie all’indizione di un concorso per la selezione di docenti linguisticamente preparati.
Stabilire che nelle future procedure concorsuali, in considerazione della necessità di avere un corpo docente in grado di insegnare in modalità veicolare, sarà valutata la conoscenza delle lingue straniere tedesco o inglese e che i docenti in anno di prova dovranno frequentare sia corsi di lingua che corsi di metodologia per l’insegnamento veicolare.
Avviare un piano straordinario di formazione del personale docente, finanziato sul Por 2014-2020, volto a rafforzare sia le competenze linguistiche, sia le competenze metodologiche sull’insegnamento veicolare.
E’ evidente che si tratta di un piano straordinario molto ambizioso, una sperimentazione che “comporterà una progressiva riorganizzazione di tutto il sistema scolastico, anche sul versante del reclutamento del personale docente e della formazione o riqualificazione dei docenti in organico”.
Certamente non sarà semplice reclutare il nuovo corpo docenti in base alle modalità Clil; per questo il piano, unico in Italia, prevede che, finché non sarà adeguatamente formato il personale interno o non sarà stato reclutato personale con competenze adeguate si faccia riferimento, per massimo il 10% del corpo docenti, a docenti “madrelingua”, ovvero a docenti che sono abilitati all’insegnamento o che siano in possesso un titolo di studio superiore equivalente o equipollente a quello oggetto di insegnamento in un Paese in cui la lingua con cui si insegna in modalità veicolare è lingua ufficiale.
Il Piano straordinario “Trentino Trilingue” rappresenta la coerente continuità con la Legge Provinciale n. 5/2006 e con i successivi Regolamenti attuativi del 2010 e del 2011 riguardanti i Piani di Studi Provinciali relativi ai percorsi del primo e secondo ciclo di istruzione e della formazione professionale. Infatti, nelle scuole trentine l’insegnamento curricolare di due lingue straniere — tedesco e inglese — è già in atto a partire dalla scuola primaria, fino al primo biennio del secondo ciclo, ivi compresa la Formazione professionale.
Inoltre, nel sistema scolastico trentino sono in corso da almeno otto anni sperimentazioni interessanti e diffuse di insegnamento/apprendimento con la metodologia Clil che è stata introdotta in numerose scuole di diversi ordini e gradi. Inoltre, i licei linguistici, le scuole bilingui, l’insegnamento di due lingue nei diversi gradi scolastici, a partire dalla scuola dell’infanzia, le certificazioni linguistiche, l’incentivazione alla mobilità dei ragazzi e degli adulti sono parte integrante degli sforzi che già si stanno facendo per il raggiungimento dell’obiettivo. Un’esperienza significativa nell’insegnamento delle lingue straniere che ora può essere accresciuta, perfezionata e inserita nel contesto più ampio tracciato anche dal documento sulla “Buona Scuola” recentemente varato a livello nazionale.
Per la realizzazione del piano la Provincia Autonoma di Trento nei prossimi sette anni ha previsto un investimento di 36 milioni di euro, interamente provenienti da fondi europei e già iscritti nel bilancio provinciale. Per una popolazione scolastica complessiva di circa 70mila studenti una cifra considerevole! La realizzazione del progetto è sostenuta anche dall’azione dell’ente strumentale della Provincia per la ricerca e l’innovazione, l’Iprase, che ha già programmato una serie di percorsi formativi finalizzati all’innalzamento delle competenze linguistiche degli studenti trentini attraverso la crescita e il consolidamento professionale dei docenti di lingue e di quelli coinvolti nella didattica Clil.
Alle stesse finalità rispondono altre iniziative progettuali Erasmus+ e progetti di ricerca/azione sul multilinguismo promossi da reti di scuole. Pertanto, sembra che il Piano Straordinario di legislatura per l’apprendimento delle lingue comunitarie sia sostenuto da una convinta strategia politica e che quindi il sistema scolastico trentino è pronto ad implementare le diffuse esperienze già presenti utilizzando al meglio gli strumenti e le risorse che il piano renderà disponibili in maniera senz’altro più strutturata e stabile rispetto all’attuale situazione sperimentale.
Ancora una volta le proposte del sistema scolastico trentino possono aprire la strada a soluzioni utili per tutto il Paese dando risposte concrete a talune criticità presenti nella proposta nazionale del governo, evidenziate anche sulle pagine di questo giornale (S. Ballabio), riguardanti l’insegnamento in modalità Clil.
Come ha affermato il ministro Giannini, “il Trentino può diventare un importante laboratorio per la sperimentazione della Buona scuola sul versante dell’apprendimento linguistico soprattutto per il contesto così particolare, sul piano linguistico e culturale, in cui si colloca, e per la sua naturale proiezione anche economica verso l’Europa e il mondo tedesco in particolare“.