Gli orari scolastici non sono una priorità del governo. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini durante il question time di oggi alla Camera, spiegando che il tema non è stato finora “uno dei punti di discussione se non nell’ambito di un dibattito pubblico legittimamente legato anche a interpretazioni giornalistiche e non intende esserlo nei prossimi mesi all’interno dell’ ampia discussione che stiamo attivando”. Poi c’è la questione della “Quota 96”, cioè la possibilità data ad alcune categorie di lavoratori, tra i quali gli insegnanti, di andare in pensione sulla base della quota 96, ovvero a 61 anni avendo maturato 35 anni di servizio, o a 60 anni con 36 anni di servizio. Requisiti che si dovevano possedere alla data del 31 dicembre 2011. Con la riforma Fornero le cose sono cambiate. La legge ha infatti cancellato le quote per accedere alla pensione, compresa la quota 96. “Oltre ad alcune emergenze che questo governo sta cercando di affrontare come quella di Quota 96 che risolve un problema vecchio e permette qualche migliaia di nuove immissioni in ruolo, offrendo così un’opportunità anche a moltissimi giovani, sulle questioni del reclutamento, della valorizzazione della professione dei docenti, dell’autonomia alle scuole, delle competenze da trasmettere ai nostri ragazzi – ha detto Giannini – si è aperta una ampia riflessione interna al ministero e su cui consegneremo a Renzi un provvedimento articolato nei prossimi giorni, avendo già avuto occasione di offrirgli una sintesi su questi spunti, e che sarà il contributo del ministero a un ampio dibattito necessario per poter avviare una programmazione di tipo riformista. È assolutamente importante ad esempio – ha concluso il ministro – che si lavori all’organico di diritto, al superamento della dicotomia tra organico di diritto e organico di fatto, a costituire finalmente gli ‘organici dell’autonomia’, a incentivare la formazione in servizio e a prevedere la formazione nella carriera degli insegnanti”. (Serena Marotta)
Nel corso dell’anno si procederà all’immissione in ruolo dei docenti vincitori del concorso del 2012. Lo ha assicurato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini durante il question time andato in scena oggi alla Camera. “Degli 11.542 posti banditi, nell’anno scolastico 2013-2014 sono già stati immessi in ruolo 3.527 – ha detto la responsabile del dicastero – mentre quest’anno si procederà all’immissione degli ulteriori vincitori. Non posso ancora dare garanzie formali che saranno immessi tutti i restanti 8.015, ma posso dire chiaramente che questo è ciò a cui sto lavorando ogni giorno”. Anche se dovesse restare qualche criticità, “questa riguarderà una porzione molto ridotta dei vincitori di concorso ancora senza cattedra”. Rimane solo da capire quando si potrà avere una situazione chiara e dettagliata dei posti disponibili: secondo quanto fatto da sapere dal ministro, bisognerà aspettare al massimo la fine di luglio quando verranno diffusi i dati riguardanti le procedure di mobilità del personale docente della scuola secondaria di secondo grado. Giannini ha comunque voluto ricordare che il solo superamento delle procedure concorsuali non può costituire titolo valido ai fini dell’abilitazione: per questo, “indipendentemente da valutazioni di merito in cui adesso non entro, non è possibile in via amministrativa riconoscere il valore abilitante a coloro che hanno superato le prove del concorso del 2012”.