In questi giorni si sta festeggiando il trentennale della Fondazione Sacro Cuore, istituzione scolastica con oltre 1.300 alunni, dalla scuola dell’infanzia ai licei (classico, scientifico e artistico).
Festeggiare un importante anniversario comporta sempre recuperare l’inizio, l’origine, e insieme vederne lo sviluppo e l’attualità.
Il recente incontro di don Julián Carrón con gli studenti liceali, con a tema che cosa significa crescere, e la visita del cardinale Angelo Scola che, sollecitato dalle domande degli studenti, ha affrontato questioni di vitale importanza dal punto di vista esistenziale, culturale e storico, sono i momenti culminanti di una riflessione che sta coinvolgendo tutta la scuola — allievi, insegnanti e genitori — e che risulta particolarmente significativa alla luce della generale considerazione di cui è oggetto oggi la scuola.
Quali sono i tratti distintivi di una buona scuola? Cosa significa educare attraverso i percorsi disciplinari selezionati dal vigente sistema scolastico? Come ciascuna scuola può favorire e far crescere, in dialogo con altri soggetti della società civile, la consapevolezza del suo ruolo nella formazione complessiva della persona? Sono solo alcune delle domande che la delicatezza del momento impone alla riflessione di quanti ancora affidano alla scuola il difficile e appassionante compito di dare un decisivo contributo al bene comune.
Da queste stesse domande e dal desiderio di esplicitare da dove nasce l’esperienza educativa delle scuole della Fondazione Sacro Cuore ha preso avvio, già a partire dall’inizio dell’anno scolastico in corso, un lavoro che ha portato, grazie al contributo di insegnanti, presidi, rettore, genitori e studenti, all’allestimento di una mostra sul trentennale che verrà ospitata al Meeting di Rimini nel prossimo agosto e che è visitabile per tutto il mese di giugno al Sacro Cuore.
“Lo scopo di tutto quello che facciamo è l’incremento della persona. Allora diventa presente nel mondo l’adulto, colui che vive tutti i rapporti alla luce del destino“. Questa frase di don Luigi Giussani (che ha pensato e voluto la nascita di questa opera educativa) è una sfida per coloro che affrontano l’interessante e sempre nuovo lavoro dell’insegnante.
Una sfida che rappresenta la radicale proposta per entrare a scuola tutti i giorni e porsi davanti a bambini, ragazzi e giovani che attraverso l’incontro con i propri insegnanti si aprono al desiderio di imparare e di diventare grandi. Insegnare è innanzi tutto una “educazione permanente, perché i ragazzi non ti lasciano in pace. Proprio per questo è un mestiere strepitoso, perché non ci lasciano in pace. Chi vuole stare comodo è meglio che cambi mestiere, perché insegnando è impossibile! Per chi al contrario, vuole vivere, non c’è altra cosa che ti provochi di più” (Julián Carrón).
Ripercorrere le origini storiche della Fondazione Sacro Cuore, senza tralasciare la descrizione sintetica di ciò che connota ogni ordine di scuola, sulla traccia di spunti tratti dall’ampia e vibrante testimonianza di don Giussani sul tema dell’educazione, è stata l’occasione per noi docenti di riscoprire, nuovamente, o forse addirittura di dover scoprire per la prima volta, la profondità di pensiero e la geniale sensibilità educativa che emerge dagli scritti e dalla vita di don Giussani.
Per quanti, come me, hanno avuto il privilegio di poter dedicare tempo e lavoro alla realizzazione di una mostra per i 30 anni della nostra Fondazione si è trattato quindi di cercare di fissare in alcuni punti particolarmente illuminanti l’intuizione da cui ha preso inizio la storia della nostra scuola. Una sorta di anno zero che recupera tutta la straordinaria ricchezza di una storia di trent’anni e che nel contempo apre a un nuovo appassionato tentativo di umile immedesimazione.
E’ questo un contributo, una testimonianza al dibattito in atto sulla buona scuola. Tutto possiamo considerare e dibattere in merito al ruolo del preside, alla messa in ruolo dei precari, alle risorse economiche per avere strutture migliori, al trattamento stipendiale dei docenti e del personale scolastico, se non perdiamo mai di vista che tutto è parte di un compito educativo che costituisce uno dei fattori primari di sviluppo di ciascuno di noi, dei territori in cui viviamo e della nostra società.
Per coloro che lo desiderano, è possibile incontrare e conoscere la nostra esperienza anche in questi giorni, nell’ambito dei festeggiamenti per l’evento del Trentennale che si concluderanno oggi con la testimonianza di alcuni ex allievi del Sacro Cuore: il racconto di cos’ha generato nelle loro vite aver potuto godere di un’educazione come “introduzione alla realtà totale”, cioè al suo significato (www. sacrocuore.org).