Novità in arrivo nel mondo della scuola per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno. Da anni il governo discute sulla riforma del sistema d’integrazione italiano: ieri al Miur si è svolto un incontro con i sindacati proprio su alcune parti dello schema di decreto legislativo sull’inclusione. Emanuela Annaloro, insegnante e caporedattrice del blog ‘La letteratura e noi’, oltre a fare un excursus sulle varie proposte di legge, spiega come si diventerà insegnanti di sostegno dal 2019 sia per quanto riguarda la scuola primaria che quella secondaria. La formazione dei docenti è infatti un capitolo importante della delega sull’inclusione, che, come riporta OrizzonteScuola, venerdì prossimo 7 aprile, approderà in Consiglio dei Ministri per il varo definitivo. Ecco che cosa prevede la delega per quanto riguarda la formazione degli insegnanti di sostegno. “Per diventare docenti specializzati alla scuola primaria a partire dal 2019 – sottolinea Annaloro – sarà necessario possedere una laurea in Scienze della formazione primaria e ulteriori 60 crediti formativi sulle didattiche inclusive. Ma ai fini dei 60 crediti formativi potranno essere riconosciuti altri crediti universitari conseguiti, tirocini e tesi attinenti il sostegno. Il che equivale a dire che grosso modo si manterrà l’attuale assetto da 60 crediti. I docenti delle superiori, invece, dal 2019 accederanno al corso di specializzazione di sostegno soltanto dopo aver conseguito 60 crediti formativi universitari sulle didattiche inclusive”.
Non mancano però i dubbi su questo nuovo sistema di formazione degli insegnanti si sostegno per la scuola primaria e per quella secondaria visto che, spiega ancora Annaloro, “nelle università sono previsti circa 7 crediti sull’inclusione”. La caporedattrice del blog ‘La letteratura e noi’ si chiede quindi: “Allora come si potranno conseguire i restanti 50 e più crediti richiesti? Frequentando un intero anno di Scienze della Formazione dopo la laurea, la specializzazione all’insegnamento e prima del corso di specializzazione sul sostegno? Non si esagera sul “quanto” tralasciando del tutto il “come”? Come mai dei contenuti di tale formazione nessuno parla?”. Il rischio, per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno nella scuola secondaria, è quindi di creare “condizioni di inattuabilità” mentre per i docenti della scuola primaria sarebbe lasciato tutto così com’è. Si tratta quindi, aggiunge Annaloro, di una idea di formazione “debole e meramente quantificatoria”: “Questo aspetto sorprende particolarmente perché sulla formazione dei docenti, specializzati e curricolari, sia la Sipes (Società italiana di pedagogia speciale) che gli altri attori del dibattito avevano espresso posizioni favorevoli”. (Clicca qui per leggere tutto)