Al via le prove Invalsi per le classi terze della scuola secondaria di primo grado. Dopo dieci anni dalla loro controversa introduzione, siamo ancora davanti ad un debutto: quest’anno per la prima volta le prove saranno somministrate via computer — ovvero in formato Cbt per gli addetti ai lavori — agli studenti delle classi terminali del primo ciclo scolastico. Anche in questa occasione non sono mancate le prese di posizione e le polemiche, come testimoniano gli articoli che quotidianamente da più di un mese inondano i siti specializzati e gli organi di stampa nazionale. I timori riguardano soprattutto la strumentazione tecnologica delle scuole, ritenuta in alcuni casi non adeguata, tanto da spingere ripetutamente Invalsi a intervenire per rassicurare che tutto sarebbe stato pronto alla scadenza. Da tempo sono stati resi disponibili esempi di prove nella nuova forma, in modo da consentire agli studenti di prendere confidenza con lo svolgimento dei quesiti al pc o al tablet. Probabilmente i riscontri di questa fase hanno fatto sì che per tutte le prove il tempo a disposizione sia stato portato a 90 minuti.
Non è l’unica novità: da quest’anno le prove Invalsi non fanno parte delle prove d’esame “di terza media”, ma ne sono condizione di ammissione: in altri termini, per poter affrontare l’esame bisogna aver svolto le prove Invalsi, qualunque ne sia l’esito. I risultati verranno restituiti a ciascuno studente mediante un certificato predisposto da Invalsi, che affiancherà il certificato delle competenze redatto dalla scuola frequentata e consegnato insieme al diploma; tale certificato è strutturato in livelli che vengono identificati in modo descrittivo, sei per italiano e matematica e quattro per la lettura e l’ascolto della lingua inglese. È questa un’altra novità: viene aggiunta una prova volta a verificare le competenze ricettive in inglese, strutturata secondo il quadro di riferimento europeo Qcer con riferimento ai livelli A1 e A2.
È indubbio che questo nuovo debutto ha richiesto alle scuole uno sforzo suppletivo importante per creare e/o verificare le condizioni per il corretto e sereno svolgimento delle prove da parte degli studenti, uno sforzo che sostituisce il lavoro degli insegnanti per la correzione e l’invio dei dati, non più necessario perché la trasmissione delle risposte di ciascun allievo avviene contestualmente all’esecuzione della prova. Sicuramente altrettanto importante è stato da parte di Invalsi lo sforzo organizzativo per un cambiamento così rilevante. Incrociando le dita, da oggi si comincia, aspettando il 21 aprile, ultimo giorno utile per la somministrazione. Solo allora sarà possibile tracciare un primo bilancio di questa prima esperienza.
Per una valutazione complessiva è invece opportuno aspettarne gli esiti: fare gli esercizi a video anziché con carta e penna comporta non poche diversità, sia per chi prepara le prove sia per gli studenti, con implicazioni — soprattutto per questi ultimi — tutte da determinare. E questa è la novità più importante.