Gita scolastica solo per alunni meritevoli. Non è una novità purtroppo. A Massa Carrara, si legge sul quotidiano La Nazione di oggi, una scuola ha deciso l’ammissione alla gita scolastica prevista a Napoli solo “agli studenti più meritevoli”: quelli più indisciplinati resteranno a casa. Il numero complessivo degli studenti che doveva partecipare alla gita era di 110, i docenti disponibili all’accompagnamento otto e, come ha dichiarato la dirigente scolastica Alessandra Valsela, “non sufficienti per garantire la sicurezza di tutti”. Se uno studente si fa male durante queste situazioni, la responsabilità penale è del docente. “Il Consiglio d’istituto ha deciso che la selezione deve avvenire inserendo nell’elenco gli alunni che danno garanzie di comportamento, non rispondono male e ascoltano i docenti” ha aggiunto la preside. Dicevamo che non è una novità: sono sempre di più le scuole che non solo riducono il numero degli studenti partecipanti, ma addirittura decidono di non fare gite. E’ evidente che si tratta di una perdita culturale enorme. Il caso di Massa Carrara poi è particolarmente grave, perché sono stati lasciati a casa alunni con disturbi di attenzione e altri con disturbi specifici dell’apprendimento, la cosiddetta Dsa.
DECISIONE DISCRIMINATORIA
Dunque non piccoli criminali, ma ragazzi colpiti da seri handicap. E questo non va bene, è una decisione discriminatoria che divide i ragazzi “sani” in classi di serie A e gli altri in serie B. Purtroppo la scuola italiana raramente può permettersi insegnanti di sostegno deputati specificamente ad assistere questi studenti “diversi”. Il fatto poi che si abbia paura di garantire la sicurezza di tutti, la dice lunga di una scuola che come indicano episodi ben noti di violenze nei confronti dei professori, non è più un luogo di convivenza educativa, ma un teatro di scontri. C’è paura giustificata da parte dei professori, ma c’è probabilmente anche una preparazione non adeguata dei professori stessi. E’ come se in una famiglia ci fosse un figlio particolarmente agitato, casinista, difficile da gestire e quindi lo si lasciasse in casa ogni volta che la famiglia esce. Non è più scuola questa: pensiamo che cosa era ai tempi di don Bosco o quella narrata dal celebre libro Cuore. Ben peggio di quella odierna, ma fu proprio l’impegno personale educativo di insegnanti dediti a una missione a fare la differenza. Forse è questo che andrebbe recuperato nella scuola di oggi, invece di, spesso, lavarsene le mani.