C’è una città italiana che rischia più di tutte le altre di subire i drammatici effetti della crisi climatica in atto. I nuovi dati preoccupano.
Il cambiamento climatico non è più una minaccia lontana e astratta, ma una triste realtà che stiamo già vivendo e i suoi preoccupanti effetti sono sempre più evidenti. Estati più lunghe e torride, eventi meteorologici estremi, siccità e alluvioni sono – ahinoi – diventati parte integranti della nostra quotidianità.
Ma oltre ai danni visibili all’ambiente e alle infrastrutture, il cambiamento climatico incide direttamente sulla nostra salute, con conseguenze che potrebbero diventare devastanti nel corso dei prossimi decenni.
Tra i rischi più gravi c’è l’aumento della mortalità legata alle ondate di calore estive. Le temperature elevate, infatti, colpiscono soprattutto le fasce della popolazione più vulnerabili, tra cui anziani, persone con patologie croniche, ma anche coloro che vivono in città densamente abitate e poco attrezzate per gestire il caldo estremo. E quanto emerge da un nuovo studio, pubblicato su Nature Medicine, la situazione è destinata a peggiorare, soprattutto in questa importante città italiana.
Allerta per Milano: gli effetti devastanti della crisi climatica
Una delle città italiane più colpite, secondo l’analisi condotta dal laboratorio Environment & Health Modelling della London School of Hygiene & Tropical Medicine, sarà proprio Milano. Il capoluogo lombardo, insieme a Roma, Napoli e Genova, rientra nella lista nera delle dieci città europee dove si prevede il più alto numero di decessi legati al caldo entro la fine del secolo.
I numeri parlano chiaro: entro il 2099, se non si adotteranno subito misure concrete per ridurre le emissioni di gas serra e affrontare gli effetti del riscaldamento globale, l’Europa potrebbe registrare oltre 2,3 milioni di morti aggiuntive dovute alle temperature estreme.

Milano, da sola, potrebbe contare oltre 110.000 decessi in più legati al calore, superando città europee come Marsiglia e Bucarest. Non solo per l’effetto “isola di calore” tipico delle grandi città (dove il cemento, la scarsitò del verde pubblico e l’asfalto alzano le temperature) ma anche per i livelli alti di inquinamento, altro tema su cui Milano detiene tristi primati.
Il dato che fa riflettere è che il 70% di queste morti potrebbe essere evitato. Come, vi chiederete? Intervenendo subito investendo in infrastrutture più verdi, potenziando i sistemi sanitari e sensibilizzare la popolazione sui rischi legati al caldo estremo.
I ricercatori: “Non c’è più tempo da perdere”
A lanciare l’allarme è il ricercatore Pierre Masselot, primo autore dello studio, che sottolinea quanto la situazione sia particolarmente critica nel bacino del Mediterraneo. “I nostri risultati sottolineano l’urgente necessità di perseguire aggressivamente sia la mitigazione del cambiamento climatico che l’adattamento al calore crescente”, ha detto Masselot.
“Questo è particolarmente critico nella regione mediterranea dove, se non si agisce, le conseguenze potrebbero essere disastrose. Ma, seguendo un percorso più sostenibile, potremmo evitare milioni di decessi prima della fine del secolo”.
Per affrontare le sfide del clima che cambia bisogna quindi agire nel più breve tempo possibile, non solo puntando sul verde pubblico (ovviamente da potenziare) ma anche su trasporti sostenibili, materiali da costruzione che riflettano il calore anziché assorbirlo. Il prezzo dell’inazione, come ci dice chiaramente questo studio, potrebbe essere altissimo.