PAPA FRANCESCO AL SOGLIO PONTIFICIO DOPO LE STORICHE DIMISSIONI DI BENEDETTO XVI
Delle storiche “dimissioni”, una fumata bianca e un “Buonasera”: nel giro in un mese, in quel lontano ormai 2013, il mondo imparò a conoscere Papa Francesco: per molti fu una prima volta dato che di quel cardinale argentino e arcivescovo di Buenos Aires – Jorge Mario Bergoglio – quasi nessuno aveva sentito parlare. Eppure lo stile “franco”, i modi meno aulici e primo discorso sul venire “dalla fine del mondo” resero subito il nuovo Santo Padre come una figura in grado di attrarre e polarizzare anche ben oltre il mondo cristiano.
Il film in onda stasera “Chiamatemi Francesco – il Papa della gente” nella sua parte finale mostra proprio l’elezione avvenuta il 13 marzo 2013, il breve Conclave che lo precedette e quel primo discorso dalla Loggia Centrale in Piazza San Pietro: una benedizione “Urbi et Orbi” da qui si iniziarono già ad intravedere i segni di un Magistero tutt’ora in corso. Nelle settimane della grande paura per le condizioni di salute di Papa Francesco – che sta proseguendo la convalescenza lunga dopo la polmonite bilaterale – in molti hanno ripercorso questi 12 anni di Pontificato, nato nel momento forse di massima “anomalia” della storia della Chiesa, ovvero quando Benedetto XVI ha annunciato l’11 febbraio 2013 le storiche dimissioni da Santo Padre.
COME SI ARRIVÒ AL CONCLAVE DEL 2013 E COSA SUCCESSE FINO ALLA FUMATA BIANCA
Dopo il Pontificato di San Giovanni Paolo II, Papa Ratzinger ebbe il merito di raccogliere le redini di una Chiesa mondiale molto estesa ma che iniziava a dare segni di debolezza e fragilità davanti all’incedere del secolarismo (con la ripresa di persecuzioni anti-cristiane in diverse parti del mondo): l’ostinata e commovente volontà di ricondurre la sequela di Gesù alla semplicità del rapporto tra Fede e Ragione portò Benedetto XVI ad essere inviso dai media e le élite globali. La sua denuncia del relativismo, assieme alla messa in guardia dai fondamentalismi islamisti (e non solo), con l’enorme opera di pulizia contro la pedofilia nella Chiesa, portarono a delle dimissioni inusuali e storiche, con il fisico che iniziava ad indebolirsi.
È in questo clima che scatta nel pomeriggio del 12 marzo 2013 il Conclave nella Cappella Sistina del Vaticano: al quinto scrutinio fu elettore Jorge Mario Bergoglio, cardinale argentino che già durante il Conclave del 2005 venne votato (raccontarono alcuni prelati presenti, ndr) prima della decisione finale della nomina di Joseph Ratzinger. Insolito anche il nome scelto dal cardinale argentino: Papa Francesco, in onore del Santo Poverello di Assisi. Il primo gesuita della storia che diventa Pontefice e sceglie il nome del Santo per eccellenza che dedicò tutto alla povertà e alla semplicità, nonché primo Papa dal continente americano.
Una fumata bianca che arrivò appunto dopo soli 5 tentativi, con lo Spirito Santo che ispirò le menti e le anime dei cardinali chiusi in Conclave, come vuole la tradizione cristiana dell’elezione papale nel Concistoro: non era un “papabile” principale, ma era molto conosciuto nella Curia in Vaticano anche per le sue posizioni notoriamente “pauperistiche”, in quanto già espresse nella conduzione della arcidiocesi di Buenos Aires, anche negli anni difficilissimi della dittatura argentina di Videla. Il mondo venne però sorpreso dal sentire quelle prime parole con accento spagnolo, un Papa gesuita che si intesta le parole chiave del Magistero con la scelta del nome Francesco: pace, povertà, cura del creato e riforma nella Chiesa.
“BUONASERA…. ARRIVO DALLA FINE DEL MONDO”: IL PRIMO DISCORSO DI PAPA BERGOGLIO
Uno stile poi confermato nei 12 anni successivi di Pontificato che giungono fino a noi, ma che partono da quella scena realizzata fedelmente nel film di Daniele Luchetti oggi in prima serata su Canale 5: affacciato davanti alla cristianità intera, con gli occhi del mondo collegati tutti con Piazza San Pietro, Papa Francesco esordisce con un semplicissimo “Fratelli e Sorelle, buonasera”.
Se appena qualche settimana dopo già fissò i termini del suo Pontificato, parlando di tornare come fede e come cristianità fino «alle periferie del mondo e dell’esistenza», in quel primo discorso seguito alla benedizione “Urbi et Orbi” Papa Francesco esordisce con una battuta che è però molto significativa, «Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo».
Ringraziando il Papa Emerito Benedetto XVI (che passò poi i successivi 10 anni in “ritiro” all’interno dei Giardini Vaticani), il Santo Padre argentino insistette sul cammino di fratellanza, amore e fiducia che poteva instaurarsi nella sua opera di evangelizzazione cristiana al Soglio Pontificio: «incominciamo questo cammino: Vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese».