Quando sono e come si vota le Elezioni Comunali 2025: i 117 Comuni al voto (più gli 8 in Sicilia), le sfide da Genova a Taranto. Tutte le info utili
QUANDO, DOVE, PERCHÈ E COME SI VOTA: TUTTO PRONTO PER LE ELEZIONI COMUNALI 2025
Nella scia dei risultati in Friuli e Trentino Alto Adige – che hanno sorriso maggiormente al Centrodestra – si apre il prossimo weekend la tornata di Elezioni Comunali 2025 in tutte le Regioni a statuto ordinario, con l’aggiunta degli 8 Comuni al voto della Sicilia: urne aperte domenica 25 maggio dalle ore 7 alle 23, così come lunedì 26 maggio dalle 7 alle 15, con lo spoglio al via subito nel pomeriggio e i primi risultati ufficiali previsti per la sera stessa.
Sono in tutto 117 i Comuni che chiamano ai seggi i propri cittadini per rinnovare il Consiglio comunale e la poltrona del sindaco (e in molti casi si tratta di legislature finite prematuramente tra commissariamenti, caduta delle giunte o scomparsa prematura del primo cittadino): solo 31 di questi Comuni sono i cosiddetti “superiori”, ovvero sopra i 15mila abitanti, e tra questi solo 4 sono capoluoghi di provincia. Genova, Taranto, Ravenna e Matera sono le 4 città con gli occhi puntati addosso in una tornata di Elezioni Comunali 2025 tutto sommato limitata rispetto a quanto visto nelle ultime due primavere passate.
Il sistema elettorale resta quello canonico, con doppio turno eventuale se in questo primo turno no si raggiunge il 50% più 1 degli aventi diritto di voto: certo, capire come si vota alle Elezioni Comunali 2025 ha in più una postilla necessaria, ovvero se ci si trova in un Comune “superiore” o “inferiore”.
Nel primo caso, vale il possibile ballottaggio tra due settimane (8-9 giugno 2025, in concomitanza con i 5 Referendum abrogativi) e si può opzionare il voto disgiunto nella scheda (ovvero voto al candidato sindaco e ad un’altra lista che non lo sostiene): nel secondo caso, con i Comuni sotto i 15mila abitanti, le Comunali 2025 restano con turno unico, con vittoria del candidato che prende anche solo 1 voto in più degli avversari.
I 117 COMUNI AL VOTO PER LE AMMINISTRATIVE “ORDINARIE” (ASSIEME ALLA SICILIA): OCCHI PUNTATI SU GENOVA
117 Comuni, più gli 8 in Sicilia, per una tornata di Elezioni Comunali 2025 senza grandi riflettori puntati se non per il capoluogo della Liguria e l’importante città della Puglia: Genova con il “derby” Salis-Piciocchi dopo l’elezione del Sindaco Bucci a Presidente di Regione, Taranto con le divisioni interne al Centrodestra e la sempiterna vicenda ex-Ilva che attanaglia la politica locale.
Per il resto la lunga corsa verso la diretta del voto – e i conseguenti risultati successivi dopo lo spoglio (exit poll potrebbero essere previsti appunto solo per i 4 capoluoghi) – vede coinvolti solo 5 Comuni “superiori” al Nord e i testanti 26 tra Centro e Sud Italia (qui l’elenco completo con tutti i Comuni al voto per le Elezioni del 25-26 maggio 2025).
Nello specifico della suddivisione nelle varie Regioni a statuto ordinario, è la Lombardia ad “arruolare” il maggior numero di Comuni al voto – ben 18 (tra cui i superiori sono Rozzano, Desio, Cernusco sul Naviglio, Saronno), seguita a ruota dai 17 della Calabria, con 15 Comuni al voto in Campania, 10 in Puglia e 8 in Sicilia. Tenuto conto che Friuli, Trentino Alto Adige, Sardegna e Valle D’Aosta che partecipano alle Amministrative 2025 ieri e oggi, i risultati delle Elezioni Comunali sono attesi anche nei 9 Comuni del Piemonte e del Veneto (con Santa Maria di Sala unico “superiore”), così come nel Lazio, mentre solo 5 in Emilia Romagna e Liguria, “battute” dagli 8 della Basilicata e i 6 dell’Abruzzo.
Infine sono 3 le città al voto in Umbria, 2 Marche e 1 in Molise, mentre la Regione Toscana non presenta Comuni al rinnovo di sindaco e consiglio in questa tornata: tra le città più importanti e popolose al voto occhi puntati su Assisi, Nola, Giugliano in Campania, Lamezia Terme, Rende, Sulmona e Massafra.
A livello di “peso politico” non solo Elezioni Amministrative particolarmente significative o che possano smuovere di molto gli scenari nazionali: di sicuro però arrivano in un momento molto delicato per le discussioni interne del Centrodestra (su terzo mandato e guerra in Ucraina), oltre che un ulteriore test per il “campo largo” che si presenta nuovamente a due velocità, unito in alcuni Comuni (con buone speranze Pd a Taranto e Ravenna) e diviso in tanti altri.