Andrzej Duda è stato rieletto per un soffio presidente polacco vincendo le presidenziali al secondo turno, contro l’avversario Rafal Trzaskowski, sindaco di Varsavia. Una vittoria che si è compiuta sul filo del rasoio ottenendo il 51,21 per cento di voti ed imponendosi di poco sull’esponente di Piattaforma civica, il partito conservatore di centrodestra che era stato al governo dal 2007 al 2014. Trzaskowski credeva di essere ad un passo dal compiere una piccola rivoluzione in Polonia ma alla fine si è fermato al 48,7% delle preferenze, stando al risultato emerso dopo oltre il 99% di collegi scrutinati. La vittoria di Trzaskowski avrebbe segnato anche un cambio di passo nel Paese e un approccio più europeista delle politiche di governo che a quanto pare però con Duda resteranno le medesime imposte finora. La sua vittoria tuttavia restituisce anche l’immagine di un Paese frammentato in cui non manca un’ampia base sociale desiderosa di un cambiamento evidente. Lo evidenziano anche gli ultimi giorni di campagna elettorale e di sondaggi che si sono chiusi con un testa a testa tra i due candidati al ballottaggio. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
VINCE DUDA (51,21%), AFFLUENZA RECORD
Il presidente polacco uscente Andrzej Duda è stato riconfermato con il 51,21% al termine delle elezioni in Polonia che si sono svolte nella giornata di ieri. Battuto al ballottaggio il liberale Rafal Trzaskowski in un testa a testa serratissimo. I votanti hanno raggiunto la percentuale del 68% stabilendo una affluenza record per il Paese in quello che secondo molti è stato visto – come scrive la Bbc – come un referendum fra due visioni opposte del Paese e dei suoi rapporti con l’Unione Europea. Duda intanto, come riferisce Affaritaliani.it, avrebbe già ribadito le sue intenzione di andare avanti con le sue controverse riforme. Quella giudiziaria è in corsa in una procedura di infrazione da parte dell’Ue. Il riconfermato presidente, inoltre, so è detto contrario ad aborto e matrimoni gay. Nel corso della campagna elettorale, i sondaggi avevano dato per superfavorito proprio Duda, fermo al 43% delle preferenze contro il sindaco di Varsavia che aveva superato le aspettative andando oltre il 30%. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
DUDA VINCE CON IL 51.21%, TRZASKOWSKI AL 48.79%
E’ il presidente polacco Andrzej Duda a vincere le elezioni avendo la meglio sull’avversario Ralaf Trzaskowski. E’ quanto emerso dai risultati ufficiali a spoglio praticamente ultimato, al termine del quale, come riferisce l’agenzia di stampa Ansa, i numeri sono i seguenti: 51,21% per Duda e 48,79% per Trzaskowski. Sono questi i dati giunti con lo spoglio arrivato al 99,7% e che lascia ormai poche speranze per una rimonta dello sfidante e sindaco liberale di Varsavia. Stando a quanto spiegato da Il Sole 24 ore, l’affluenza registrata è stata la più alta in Polonia post 1989, con una stima di circa il 68,9%. Il vincitore Duda è vicino a Diritto e Giustizia, partito nazionalista al governo ed ha basato la sua campagna elettorale sulla “difesa dei valori tradizionali”, ma anche sulla limitazione dei diritti della comunità Lgbti e sulla continuità delle politiche iper-conservatrici del governo, tra cui alcune leggi accusate di smantellare l’indipendenza della magistratura. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
BALLOTTAGGIO FRA DUDA (50.4%) E TRZASKOWSKI (49.6)
L’incertezza regna sovrana in Polonia dopo le elezioni di ieri. Se negli scorsi giorni la vittoria del presidente uscente Andrzej Duda sembrava scontata, dopo gli ultimi exit poll questo successo appare tutt’altro che certo. Gli exit poll danno infatti un clamoroso testa a testa fra i due sfidanti, con Duda in vantaggio al 50.4%, contro il 49.6% del sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski, e solo nella giornata odierna scopriremo quale sarà il verdetto definitivo. Una vittoria dello sfidante di Duda sarebbe decisamente sorprendente in quanto di fatto lo stesso candidato ha iniziato la campagna elettorale solo due mesi fa, lo scorso 15 maggio, dopo aver sostituito la designata Malgorzata Kidawa-Blonska in crisi di sondaggi. Trzaskowski è fortemente europeista, ed è inoltre stato sostenuto dalle principali città polacche, oltre ovviamente alla capitale che governa. In caso di vittoria ha già fatto sapere di voler invitare a Varsavia il presidente francese Macron, nonché la cancelliera tedesca Merkel, per rinnovare la cooperazione fra le tre nazioni, il Triangolo di Weimar. Le elezioni di ieri hanno evidenziato una profonda spaccatura geografica nel paese, così come già avvenuto cinque anni: ad ovest si è votato di meno e più verso i partiti liberali e progressisti, mentre ad est si è votato di più ma in favore delle forze nazionaliste. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
RISULTATI ELEZIONI POLONIA 2020 BALLOTTAGGIO, TESTA A TESTA TRA DUDA E TRZASKOWSKI
Il testa a testa tra Andrej Duda e Rafal Trzaskowski è serratissimo. Le elezioni presidenziali in Polonia vedono, secondo il primo exit poll diffuso alle 21, il candidato per il partito nazionalista e sovranità Pis, attualmente al governo, in lieve vantaggio. Duda al momento è accreditato al 50,4% dei consensi, mentre il rivale, sindaco di Varsavia e rappresentante di uno schieramento moderato ed europeista, è al 49,6 per cento. Visto che al primo turno Duda aveva staccato il rivale di oltre 15 punti percentuali, i sostenitori di Trzaskowski speravano in una rimonta al ballottaggio. Sembra esserci stata, considerando i dati che emergono dal primo exit poll. Il margine tra i due è infatti molto risicato. Il nome del vincitore molto probabilmente sarà noto solo domani mattina. Lo spoglio delle schede infatti andrà avanti per tutta la notte. Ma la commissione elettorale potrebbe proclamare il vincitore tra Duda e Trzaskowski mercoledì. Per quanto riguarda l’affluenza ai seggi, si attesta al 68,9 per cento. (agg. di Silvana Palazzo)
ELEZIONI POLONIA 2020, SFIDA TRA DUDA E TRZASKOWSKI
Alle ore 7 si sono aperte le urne in Polonia per il ballottaggio delle Elezioni Presidenziali 2020 dopo che due settimane fa il primo turno aveva decretato la sfida a due tra il Presidente uscente Andrzej Duda, del partito di Governo “Diritto e Giustizia”, e lo sfidante europeista sindaco di Varsavia, Rafal Trzaskowski (esponente di “Piattaforma Civica”). Nel primo turno fu 44% per Duda, 30% per l’esponente del partito che ha governato la Polonia dal 2007 fino al 2014: sulla carta non dovrebbe esserci spazio a novità in questo ballottaggio, eppure il voto è dato più in bilico di quanto poteva sembrare al primo turno. I risultati di oggi, attesi forse già nella notte, vedranno la possibile sfida all’ultimo voto dopo i sondaggi effettuati da “Politico.eu” in questi giorni di campagna elettorale che danno i due sfidanti praticamente al 50% nelle previsioni della vigilia: dai temi del lavoro alla crisi Covid passando per il tema nuovi diritti LGBT e simili, lo scontro tra Duda e Trzaskowski è stato totale e con un’idea di Polonia agli antipodi. Secondo l’ultimo sondaggio dell’istituto Kantar, il sindaco di Varsavia avrebbe recuperato terreno negli ultimi giorni e sarebbe adesso addirittura in lieve vantaggio, con Duda al 45,9% dei voti e Trzaskowski il 46,4%.
BALLOTTAGGIO ELEZIONI POLONIA, L’APPELLO DI LECH WALESA
I seggi chiuderanno alle 21 e i risultati dovranno arrivare nelle ore successive anche se questa volta gli exit poll potrebbero non essere molto indicativi visto che per l’emergenza Covid in questo ballottaggio alle Elezioni Presidenziali in Polonia 2020 è ancora possibile come nel primo turno il voto per corrispondenza. «Adesso, come quando quarant’anni fa fondammo Solidarnosc, dobbiamo unirci e ispirarci come allora a valori comuni. Cos salveremo Polonia ed Europa da nazionalismo, dall’odio contro le minoranze e dai minacciosi demoni del passato», è l’importante appello al voto pro-Trzaskowski lanciato da Lech Walesa, primo Presidente post-Urss Premio Nobel per la Pace e fondatore del sindacato cattolico Solidarnosc. Intervistato da Repubblica, Walesa spiega perché Duda non deve rivincere le Elezioni: «se Trzaskowski vincerà, la Polonia avrà una chance, altrimenti continueremo a comportarci come un Paese folle, con ogni sgradevole conseguenza in Europa. Noi oppositori avremmo dovuto accordarci ben prima su un candidato unico della società civile. Inizialmente ogni partito presenta il suo candidato. Ma poi chi ha le migliori chance di vincere va appoggiato da tutti. Non ci servono slogan, non abbiamo vissuto abbastanza a lungo in democrazia. La società non conosce i politici, non si fida di loro».