La storia di Eligia Ardita sarà al centro del nuovo appuntamento di Amore Criminale, il programma di Rai3 che torna anche stasera, domenica 16 febbraio, condotto da Veronica Pivetti. Quella di Eligia è una storia doppiamente tragica poichè le vittime dell’ennesimo caso di femminicidio in questo caso furono due: la giovane donna di 35 anni e la bambina che portava in grembo al momento del delitto, Giulia. I fatti si consumarono la notte del 19 gennaio 2015 nell’abitazione di Siracusa dove Eligia, giovane infermiera incinta all’ottavo mese, fu letteralmente massacrata dal marito Christian Leonardi, all’epoca dei fatti 43enne. Amore Criminale ripercorrerà l’inizio della loro relazione, con un matrimonio che ben presto si rivela ben diverso da quello inizialmente sognato dalla giovane donna, tra violenze e mancanze da parte del marito. Ad incrinare ulteriormente il loro rapporto di coppia, i problemi economici di varia natura. Nonostante questo, nel 2014 Eligia resta incinta e spera che proprio l’arrivo della loro bambina possa contribuire a riunire la famiglia che sta per allargarsi. Un desiderio ben presto smentito dall’atteggiamento di Christian, sempre più chiuso nei suoi confronti e diffidente rispetto all’arrivo della primogenita vista quasi come un ostacolo alla sua libertà.
ELIGIA ARDITA: LA LITE E L’OMICIDIO
L’idea di separarsi aleggia nella mente di Eligia Ardita e del marito Christian Leonardi ma per via della mentalità ancora troppo chiusa del Sud, la donna sopporta. Le mancanze e la lontananza del marito e futuro padre, però, iniziano a pesare sempre di più fino alla drammatica sera del 19 gennaio di cinque anni fa. Christian manifesta il suo desiderio di uscire ma Eligia, a poche settimane dal parto, lo invita invece a restare a casa. Sarà questa sua richiesta a scatenare una lite tra i due coniugi culminata poi nel modo più tragico. Stando a quanto emerso dall’autopsia e poi confermato dai giudici nel processo di primo grado, Eligia sarebbe stata soffocata dal marito che le avrebbe procurato delle ecchimosi e svariate contusioni al capo causate da una azione violenta esterna e reiterata quando ancora la donna era viva. Il delitto si sarebbe consumato nel soggiorno dove l’uomo tentò poi di cancellare le tracce che però gli uomini della Scientifica riuscirono a trovare. Leonardi però fece qualcosa in più, ovvero tentò di cancellare anche i sospetti su di sé e cercò di virare il caso in un drammatico episodio di malasanità riuscendo nel suo intento per diversi mesi.
IL PROCESSO E LA CONDANNA ALL’ERGASTOLO
Sono i sospetti del padre di Eligia, Agatino Ardita a fare in modo che il corpo della figlia non sia cremato e che le indagini si concentrassero proprio sull’uomo. La condanna in primo grado a carico di Christian Leonardi arriva il 5 dicembre del 2018 ed è pesantissima: ergastolo. Secondo quanto si legge nelle motivazioni della sentenza depositate solo lo scorso marzo, Eligia sarebbe stata aggredita dal futuro padre della piccola Giulia – che però non sarebbe mai venuta al mondo – a mani nude. Con la sua azione l’uomo avrebbe messo fine a due vite, quella di Eligia e quella della piccola che portava in grembo. “Leonardi, per zittirla, le aveva messo le mani sulla bocca e sul volto e l’aveva spinta violentemente contro il muro per immobilizzarla verosimilmente cagionandole le multiple lesioni ecchimotiche al capo rilevate in sede di autopsia”: è quanto scritto dal giudici della Corte di Assise di Siracusa che hanno giudicato Leonardi colpevole dell’omicidio volontario e procurato aborto. L’imputato confessò salvo poi ritrattare tutto ma come ricorda Urbanpost, quella confessione fu ritenuta dalla Corte pienamente utilizzabile e dunque valida ai fini della decisione di condannare l’uomo al fine pena mai.