Ema Stokholma, dall’infanzia difficile al rapporto turbolento con la madre: il racconto della conduttrice a Obbligo o Verità.
Ema Stokholma: “Infanzia difficile? Una tortura quotidiana…”
Non solo risate e irriverenza nella seconda puntata de Obbligo o Verità, nuovo programma di Rai Due con Alessia Marcuzzi alla conduzione. E’ toccante il racconto di Ema Stokholma, intenso, come scandito dai silenzi degli ospiti che attentamente hanno ascoltato il racconto della conduttrice televisiva e radiofonica. Già in passato ha raccontato della sua infanzia difficile, alle prese con un rapporto praticamente assente con la mamma che non ricorda con particolare piacere.
Ema Stokholma parte dal concetto di famiglia prima di arrivare all’infanzia difficile e al rapporto conflittuale con la mamma, passata tempo fa a miglior vita. “Cos’è per me la famiglia? Quella che ti crei crescendo, nella mia vita oggi c’è mio fratello e poi ci sono i miei amici”. Le parole della conduttrice a Obbligo o Verità sono l’anticamera del dolore che trasuda dai dettagli aggiunti successivamente: “La mia infanzia è stata una sorta di tortura quotidiana… Ho imparato fin da bambina ad avere come i super-poteri. Ero tipo invisibile per non scatenare l’ira, adesso non mi serve più per fortuna”. La conduttrice ha poi aggiunto: “Mi sono salvata con la voglia di star bene; ad un certo punto devi decidere se diventare spensierata o continuare a stare male. Oggi posso dire di avercela fatta, sono felice”.
Ema Stokholma a Obbligo o Verità: “Essere genitore non implica il perdono per tutto…”
Incalzata da Alessia Marcuzzi sul tema del perdono, Ema Stokholma – sempre ad Obbligo o Verità – è stata perentoria: “Mia madre non la perdonerò mai, non tanto per ciò che ha fatto a me ma per quello che ha fatto a mio fratello. Per me non tutte le cose vanno perdonate nella vita, anche se è un parente o genitore”. Gli applausi hanno accolto le parole della conduttrice radiofonica e televisiva, segno di come il valore del suo racconto abbia colpito tutti i presenti in studio. Eloquente l’aggiunta finale sul valore degli affetti nella vita di Ema Stokholma: “La felicità c’è se hai delle persone che ti vogliono bene, non grazie al successo”.