Scomparsa Emanuela Orlandi, le rivelazioni di Giletti a Lo Stato delle Cose sulle perquisizioni ai Meneguzzi: "Trovati elementi interessanti". Cosa succede
La pista familiare sulla scomparsa di Emanuela Orlandi non è tramontata, anzi è stata riaperta recentemente: ne ha parlato Massimo Giletti a Lo Stato delle Cose, facendo riferimento alle perquisizioni dell’anno scorso nelle case di Spedino e Roma della famiglia Meneguzzi, zio della cittadina vaticana di cui non si hanno più notizie da 40 anni. A tal riguardo, il conduttore del programma Rai ha rivelato che i carabinieri avrebbero effettuato le perquisizioni pochi giorni dopo la morte di Lucia Orlandi, trovando «elementi estremamente interessanti».
La famiglia Meneguzzi aveva uno chalet a Torano, che però è stato venduto; successivamente è stata acquistata una casa a Spedino, dove nell’aprile dell’anno scorso c’è stata una prima perquisizione. Stando alla ricostruzione de Lo Stato delle Cose, quel che non si sapeva è che è stata perquisita anche l’abitazione romana dei Meneguzzi.
«Poche ore fa abbiamo trovato l’indirizzo, una casa che nessuno aveva mai individuato prima. Le perquisizioni vengono effettuate proprio pochi giorni dopo la morte di Lucia Orlandi… Si temeva forse una dispersione di elementi probatori? Che cosa avranno trovato in questa casa romana?», si è chiesto Massimo Giletti.

Poi ha rivelato le indiscrezioni raccolte sul caso Emanuela Orlandi: «Allora, in questa casa romana, è questa la notizia che diamo questa sera, sono stati trovati degli elementi che vengono definiti dagli investigatori, dai carabinieri, estremamente interessanti».
EMANUELA ORLANDI, RISPUNTA LA PISTA FAMILIARE
Secondo Giletti, la procura capitolina starebbe «battendo la pista che porta ai comportamenti anomali dello zio di Emanuela Orlandi». Infatti, ha ricordato le ragioni di questa pista, come le dichiarazioni della sorella di Emanuela, che raccontò delle attenzioni dello zio.
Peraltro, quest’ultimo fu oggetto di un pedinamento, ma sarebbe stato poi avvertito dai servizi segreti: lo ha rivelato un poliziotto che ha contattato la trasmissione, spingendo Giletti a raggiungere un ex agente, sentito dalla Commissione parlamentare d’inchiesta, che però non ha preso bene la sua iniziativa e, soprattutto, ha preso le distanze dall’accaduto, non fornendo alcuna risposta alle domande del giornalista.
PARLA IL CUGINO DI EMANUELA ORLANDI
Il programma ha poi toccato anche la questione dell’alibi di Mario Meneguzzi, perché ci sarebbe un buco temporale di circa due ore e mezza tra la prima chiamata di Ercole Orlandi a casa Meneguzzi e il momento in cui lo zio venne rintracciato a Torano a mezzanotte; ma il figlio, Giorgio Meneguzzi, ai microfoni de Lo Stato delle Cose ha difeso il padre, ribadendo che in tutti questi anni non è emerso nulla, nonostante i ripetuti controlli a cui è stata sottoposta la sua famiglia.
«Ma siamo stati tutti pedinati. Ma mi sembra caschiate dal pero… Siamo stati controllati, famiglia Orlandi, famiglia Meneguzzi, tutti dalla mattina alla sera, perché evidentemente gli inquirenti all’inizio avevano necessità, giustamente, di fare una sorta di indagine e verificare che in famiglia non ci fosse qualche problema».

Queste verifiche non hanno portato a nulla, ha aggiunto il cugino di Emanuela Orlandi: «L’hanno verificato, son 41 anni, stiamo ancora qui, non ci hanno arrestato, quindi siamo tutti tranquilli». Ma il lavoro di Giletti non si ferma qui: «Continueremo a cercare di capire questo famoso alibi e capiremo anche che dentro questa storia c’è un funzionario del Parlamento italiano molto importante che ha a che fare con le molestie che ha subito Natalina. Ne parleremo la prossima settimana».
