IL CASO DI EMANUELA ORLANDI A VERISSIMO
Il giallo di Emanuela Orlandi di nuovo a Verissimo: il fratello della ragazza scomparsa oltre 40 anni fa torna nello studio di Silvia Toffanin per fornire aggiornamenti su uno dei casi irrisolti della storia non solo italiana, ma anche vaticana. La 15enne era una cittadina vaticana sulle cui sorti negli anni sono state formulate le ipotesi più disparate.
Si è parlato di terrorismo internazionale, sono stati tirati in ballo i servizi segreti di diversi Paesi, arrivando anche a tirare in ballo la Banda della Magliana e a ipotizzare un presunto scandalo sessuale in Vaticano. Le inchieste sono state finora archiviate senza che sia emersa la verità, ma il caso è stato riaperto due anni fa dalla procura di Roma e dai magistrati vaticani, senza dimenticare il lavoro della Commissione parlamentare d’inchiesta, che si sta occupando anche del rapimento di Mirella Gregori, vicenda che potrebbe essere legata alla scomparsa di Emanuela Orlandi.
Ad esempio, recentemente è stata sentita Cinzia Valenzi, amica di Mirella, secondo cui i casi potrebbero essere uniti e avere una matrice comune, senza però sbilanciarsi, anche perché le due ragazze “erano completamente estranee“.
IL MISTERO DEI FASCICOLI VUOTI
La stessa compagna di classe e amica di Mirella Gregori ha dichiarato di aver avuto la sensazione di essere pedinata in un’occasione, tanto che si rifugiò in un negozio chiedendo di chiamare il padre. Una rivelazione importante, anche per quanto riguarda la scomparsa di Emanuela Orlandi, perché combacerebbe con l’attività svolta da Marco Accetti, l’uomo che si è autoaccusato del rapimento delle due ragazze.
Invece, Pietro Orlandi ha posto l’accento su un fascicolo vuoto trovato dal giornalista Pellizzaro all’Archivio statale centrale, che è provvisto solo della descrizione e di tre copie di un faldone con il titolo degli incartamenti. Ma anni prima era stato trovato un altro falcone vuoto all’archivio di Stato. Finora non ha mai avuto risposte in merito a questi gialli, infatti a Cusano tv si è chiesto sconsolato: “Possibile che tutti i fascicoli su mia sorella siano vuoti?“. La sua battaglia per avere verità e giustizia su Emanuela Orlandi, però, non si è mai fermata, nella speranza di avere risposte che cerca da quattro decenni.
LE PISTE DELLA COMMISSIONE D’INCHIESTA
La commissione parlamentare d’inchiesta è arrivata al giro di boa dopo quasi un anno di lavoro, ma per il vicepresidente Roberto Morassut, deputato del Pd, il bilancio è positivo. Per quanto riguarda il filone più promettente, al Corriere della Sera nei giorni scorsi ha indicato quella internazionale e del ricatto finanziario, su cui si stanno facendo approfondimenti molto rigorosi, ma lui ritiene più credibile quella di un rapimento a scopo sessuale.
Quel che non è chiaro è se ci siano intrecci religiosi, ma si sta valutando anche la pista inglese suggerita da Pietro Orlandi. Nel frattempo, si sta valutando di ascoltare Marco Accetti: c’è un confronto tra consulenti e commissari per decidere. Per Morassut andrebbe ascoltato e ritiene che lo sarà, ma indica anche l’omicidio di Katy Skerl come possibile “chiave” da girare per provare ad aprire qualche porta sul caso di Emanuela Orlandi.