George Johnson
I dieci esperimenti più belli
Da Galileo a Millikan
Bollati Boringhieri, Torino 2009
Pagine 172 – € 20,00
Protagonisti di questo breve saggio (il formato è di piccole dimensioni) sono gli esperimenti o meglio alcuni esperimenti che l’autore ha scelto facendosi guidare dal criterio della bellezza e dell’eleganza: «Questi esperimenti sono stati progettati e condotti con una eleganza talmente lineare da meritare di essere chiamati “belli”.
È bellezza nel senso classico – la semplicità logica dell’apparato, come la semplicità logica dell’analisi, appare pura e inevitabile quanto le linee di una statua greca. Confusione e ambiguità vengono momentaneamente spazzate via e qualche cosa di nuovo riguardo alla natura balza d’un tratto all’occhio.»
Esperimenti di epoche molto lontane tra di loro, dal primo esperimento della storia della scienza moderna, il piano inclinato di Galilei del diciassettesimo secolo, via via fino all’esperimento di Millikan all’inizio del secolo scorso, tutti accomunati da semplicità e rigore. Al tempo stesso sono esperimenti che, nati da una domanda ben circostanziata, hanno portato a risultati che, dando risposta al problema di partenza, hanno aperto nuovi orizzonti di ricerca. Ma ciò che rende ulteriormente interessante questo testo è il fatto che l’autore dietro l‘esperimento fa intravedere la personalità dello scienziato che lo ha realizzato. Le brevi note biografiche sono sempre una interessante e pregnante contestualizzazione dello scienziato e del suo lavoro nell’ambiente famigliare, sociale e scientifico del suo tempo.
Così chi legge incontra Galilei con il suo orologio ad acqua, Harvey con i cuori pulsanti dei gamberi trasparenti del Tamigi, Newton impegnato a sviscerare il mistero dei colori, Lavoisier e la composizione dell’aria, Galvani con le sue rane, Faraday e la misteriosa relazione tra magnetismo e luce, Joule che trasforma il calore in lavoro, Michelson e la ricerca di una sostanza mai osservata, l’etere, Pavlov e i suoi cani diventati famosi, e infine Millikan con quelle goccioline d’olio che paiono stelle brillanti.
Un testo dunque interessante, che può utilmente accompagnare gli studenti nello studio della fisica, anche del primo biennio, come lettura personale; ma utile anche al docente che non voglia chiudersi in un insegnamento della fisica astrattamente tecnicistico.
Recensione di Maria Elisa Bergamaschini
(Redazione Emmeciquadro)
© Pubblicato sul n° 42 di Emmeciquadro