La Convention dell’Associazione diesse – Didattica e Innovazione Scolastica dal titolo Il tempo della persona. Da una storia il cambiamento, si è tenuta a Bologna dal 4 al 5 Novembre u.s..
Anche quest’anno, come negli anni scorsi, la riflessione sul mondo scolastico è partita da testimonianze di docenti che hanno presentato esperienze significative.
In apertura dei lavori il presidente dell’associazione Carlo Di Michele ha ricordato alcune caratteristiche del contesto in cui si trovano a operare i docenti: nuovi metodi di apprendimento (in connessione con l’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche), massiccia presenza di studenti di famiglie immigrate e di studenti con disturbi di apprendimento o di comportamento (i cosiddetti BES), la burocrazia dilagante, l’alto tasso di abbandono scolastico. Ma è opportuno interpretare questi aspetti come espressioni parziali di un cambiamento epocale di natura antropologica e culturale che hanno portato al crollo delle evidenze primarie.
In tale contesto diventa cruciale il contributo originale che possono apportare coloro che sono coinvolti, a diverso titolo, nella relazione educativa. Per approfondire in cosa consistono le riduzioni in agguato e le possibilità che realisticamente si aprono in questo nuovo scenario, sono intervenuti Carmine Di Martino, Professore di Filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Milano e Luigina Mortari, Ordinario di Pedagogia generale e sociale presso l’Università degli Studi di Verona.
Di Martino ha messo in evidenza come la «formazione umana» (in tedesco billdung – costruzione) richieda un atto generativo da parte di un altro, esattamente come avviene all’inizio della vita di ciascuno. Questo processo di donazione e di trasmissione delle conoscenze tecnico-pratiche e teorico-concettuali consente lo sviluppo del proprio sé, qualsiasi comunità umana si consideri.
Ha poi descritto in sintesi il contesto storico in cui siamo immersi distinguendone tre aspetti. L’aspetto psico-sociale, caratterizzato dalla rottura dell’alleanza tra istituzioni (scuola e soggetti che la compongono) e genitori con elementi di debolezza in entrambi i versanti, che si traducono in uno svilimento del proprio ruolo autorevole; l’aspetto culturale, basato sull’assunto che esistano tante interpretazioni della realtà e visioni del mondo nessuna della quale migliore di un’altra, che da un lato indebolisce o vanifica la possibilità di perseguire obiettivi veri, significativi e comunemente accettati e dall’altro, impoverisce nelle persone la dimensione ideale.
Infine il quadro tecnologico, caratterizzato dalla simultaneità di diffusione delle informazioni con conseguenze opposte nelle relazioni interpersonali ma anche in ognuno di noi, in quanto qualunque strumento ha anche il potere di modificarci: da una parte esso ci rende passivi e dall’altra ci chiama in gioco, da una parte segrega e dall’altra connette.
A fronte di questa situazione i docenti possono rappresentare l’ultima spiaggia aggregante in grado di accompagnare e sostenere la domanda di senso, a condizione che a loro volta siano catturati da ciò che insegnano e siano appassionati al destino dell’altro.
Luigina Mortari ha presentato i criteri in base ai quali si dovrebbe impostare la ricerca in ambito pedagogico; ha in primo luogo sottolineato che occorre partire dalla riflessione sulla prassi didattica, cosa non comune nell’attuale ambiente accademico italiano.
Ecco perché, da questo punto di vista, la studiosa ritiene sensato l’approccio di John Dewey (1859-1952), ed ecco perché le sue ricerche pedagogiche partono dall’osservazione di comunità educanti (composte non solo da docenti e studenti ma anche da genitori) in cui le relazioni sono impostate secondo un criterio così sintetizzabile: promuovere quegli aspetti della vita della scuola che non riguardano l’incremento di competenze disciplinari, ma l’ambito affettivo, etico, relazionale, spirituale.
Quest’ultimo è legato alle domande di senso, quelle prive di una risposta definitiva e per questo ricorrenti; esse, se non sono coltivate, portano a un impoverimento della nostra umanità. Anche la sfera sociale e quella politica sono importanti per conservare la tensione alla costruzione comune di una società in armonia.
Questo è possibile a partire da domande che aiutino a riflettere su cos’è il bene, la virtù, il coraggio, la cura degli altri. La relatrice ha raccontato infine di esperienze vissute in alcune scuole dove sono stati avviati «progetti di cittadinanza» che prevedono il racconto di storie da cui emergono domande fondamentali. Per accompagnare i bambini, in particolare quelli più fragili, per esempio è stato avviato un lavoro per favorire il raggiungimento della consapevolezza del bene e del valore insito nella realtà e, una volta avvenuto questo riconoscimento, per insegnare a ringraziare di tutto quanto è loro donato.
Il sabato pomeriggio e la domenica mattina si sono svolte le «botteghe» e i «cantieri», con la presenza attenta e interessata di Rocco Pinneri, Vice capo di Gabinetto del MIUR.
Il sabato pomeriggio nel «cantiere delle Scienze» si è approfondito il tema delle bolle di sapone.
La prima parte è avvenuta in compartecipazione con la «bottega della Matematica» ed il resoconto del lavoro è contenuto nel report del 4/11/2017 il cui PDF è consultabile qui.
Nella seconda parte si sono approfondite alcune tematiche teoriche, in particolare la dipendenza funzionale del raggio della bolla dalla pressione, secondo la legge di Laplace.
Si sono poi discussi alcuni esperimenti che possono essere realizzati a scuola come per esempio la misura della tensione superficiale della bolla con l’utilizzo di un telaio e di un dinamometro, la diversa durata di una bolla in base al suo raggio o alla sua composizione chimica (infatti esistono diverse «ricette» per il liquido con cui produrre le bolle di sapone). Per approfondimenti consultare il PDF del report del 5/11/2017.
Durante l’assemblea generale conclusiva Carlo Di Michele ha invitato i docenti presenti a proseguire insieme il lavoro di confronto e di sostegno reciproco per tenere desto il desiderio di sfidare i ragazzi con proposte culturalmente significative e educativamente efficaci.
Sono seguiti due brevi interventi di presentazione delle due riviste on-line Libertà di Educazione e Emmeciquadro; per la prima Rosario Mazzeo, fondatore della stessa, e per la seconda chi scrive, in quanto membro della redazione, hanno invitato i presenti a utilizzare questi strumenti per la propria formazione professionale.
Infine Manuela Moroni della Segreteria di diesse ha illustrato la legge 207 e la direttiva 170 che regolano la formazione dei docenti. Attualmente l’Associazione diesse è soggetto riconosciuto dal MIUR per la formazione del personale della scuola; essendo un ente accreditato, i docenti associati possono avviare autonomamente corsi di formazione nelle proprie scuole.
Ha infine sottolineato che una caratteristica di diesse é la cura per la formazione dei formatori: può sembrare un paradosso, ma chi insegna non finisce mai di imparare e d’altra parte solo un docente «in movimento» può destare «un movimento» in altri docenti.
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Nadia Correale
(Docente di Matematica e Scienze alla Scuola Secondaria di primo grado, membro della redazione della rivista Emmeciquadro)
© Pubblicato sul n° 67 di Emmeciquadro