Oggi a Brescia ha preso il via l’assemblea annuale degli azionisti di e sono state rese note le decisioni importanti sul piano commerciale e amministrativo dell’azienda lombarda tra le leader nel campo energetico. I comuni di Milano e Brescia, azionisti anch’essi di A2A, hanno approvato l’operato del nuovo consiglio di amministrazione nominato lo scorso anno e il conseguente operato piano industriale. Tra le decisioni più importanti restava il problema Montenegro: il 1 aprile A2A e il Governo del Montenegro hanno concordato di estendere i diritti di gestione di A2A nella partecipazione nell’azienda elettrica Epcg fino al 30 giugno 2015, consentendo di proseguire in questo breve periodo le negoziazioni già avviate per la continuazione della partnership sulla base dei principi fondamentali condivisi tra le parti: redditività e scelte di investimento, definizione e stabilità di un positivo quadro regolatorio, autonomia ed efficienza gestionale. Sempre ad aprile era giunto l’accordo di proseguire tutte le attività in Epcg volte a creare le premesse per un’effettiva redditività e ritorno per gli azionisti, inclusa la possibile distribuzione di dividendi già a partire da quest’anno.
Con queste premesse, le discussioni di oggi hanno toccato ovviamente anche questo argomento, annunciando l’intenzione dell’intero gruppo A2A di rinnovare l’accordo esistente con il governo del Montenegro sulla partecipazione a Epcg di cui già detiene il 43% ma pone le condizioni precedentemente mostrate. Questo è il pensiero del presidente di A2A, Giovanni Valotti, rispondendo oggi in assemblea alla domanda di un azionista: «L’ultimo impairment test su Epcg ha evidenziato un valore maggiore rispetto a quello di bilancio, noi abbiamo trovato questa situazione da gestire, cerchiamo di farlo al meglio. La nostra intenzione è di rinnovare l’accordo, ma la nostra presenza è condizionata da quattro fattori: la stabilità del quadro regolatori, la redditività degli investimenti, l’autonomia della gestione imprenditoriale di A2A, la negoziazione di condizioni di uscita se dopo la firma dell’accordo la situazione non è quella pattuita. Non siamo disposti a firmare un accordo che non preveda oggi con quale criterio di valorizzazione A2A possa uscire dall’investimento. Credo che le autorità montenegrine abbiamo potuto apprezzare la nostra chiarezza e fermezza». Valotti ritiene inoltre che «il nostro modello industriale incontra maggior successo con i nostri interlocutori e qualche segnale tangibile di possibili accordi potrebbe esserci entro luglio». L’incontro con i vertici del Montenegro dovrebbe essere avvenuto in giornata, essendo loro oggi a Milano per l’inaugurazione del Padiglione nazionale all’Expo di domani.